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Il 15 febbraio la Corte Costituzionale si pronuncerà in merito alla legittimità degli otto referendum sulla giustizia promossi dai Radicali e dalla Lega e materialmente da 9 consigli regionali di centro-destra e dei referendum sull'eutanasia e sulla cannabis legali.  I relatori sono i tre vicepresidenti appena nominati da Giuliano Amato e altri quattro giudici costituzionali, in tutto cinque uomini e due donne.
Nicolò Zanon, uno dei tre vicepresidenti, professore ordinario di diritto costituzionale nominato alla Consulta nel 2014 dall'allora capo dello Stato Giorgio Napolitano, si occuperà di due quesiti: sulla separazione delle carriere in magistratura e sull'elezione dei togati del Csm. Mentre le altre due vicepresidenti, Daria De Petris (anche lei nominata da Napolitano nel 2014 , professoressa di diritto amministrativo) e Silvana Sciarra (eletta lo stesso anno dal Parlamento e docente di diritto del lavoro) saranno relatrici rispettivamente del quesito sulla legge Severino e di quello sulla partecipazione degli avvocati alle delibere dei Consigli giudiziari sulle valutazioni di professionalità dei magistrati. Inoltre il giudice Stefano Petitti - eletto nel 2019 alla Corte Costituzionale dalla Cassazione, di cui è stato presidente di sezione è il titolare del referendum sulla carcerazione preventiva.  Infine l'ultimo quesito sulla giustizia, che riguarda la responsabilità civile dei magistrati, è nelle mani di Augusto Barbera, professore di diritto costituzionale eletto dal Parlamento nel 2015. Ha gli stessi "titoli" di Barbera, il giudice Franco Modugno che è relatore invece del referendum sull'eutanasia, mentre il collega Giovanni Amoroso, approdato alla Consulta anche lui dalla Cassazione, dove era presidente di sezione, si occuperà del referendum sulla cannabis.

Foto © Imagoeconomica

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