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E’ una corsa senza fine per i vertici della procura della Capitale.
Sono stati respinti dalle Sezioni Unite civili della Cassazione i ricorsi di Michele Prestipino - procuratore facente funzione di Roma, indicato dal Csm alla guida della procura della capitale nella successione a Giuseppe Pignatone - contro la sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la delibera del Csm, ritenendo non motivata l'esclusione decisa da Palazzo dei Marescialli del Pg di Firenze Marcello Viola, e del procuratore di Palermo Guido Lo Voi. Già il 12 giugno scorso Prestipino aveva avuto da ridire sulla competenza del consiglio di Stato a mettere in discussione nomine discrezionali del Csm il quale lo aveva nominato procuratore capo di Roma il 4 marzo 2020 dopo lo scandalo del caso Palamara, nonostante fosse l'unico degli aspiranti candidati a non aver mai guidato da titolare un ufficio requirente.
Nello specifico il procuratore della Capitale, presentando il ricorso davanti alla Corte di Cassazione, aveva "lamentato il vizio di eccesso di potere giurisdizionale per invasione della sfera di discrezionalità riservata al Csm per una pluralità di profili". "Va escluso che nel caso in esame - scrivono i supremi giudici - il Consiglio di Stato abbia esorbitato dai limiti posti al proprio giudizio, conformando la scelta del Consiglio Superiore della Magistratura mediante la riformulazione di criteri da applicare. Il Consiglio di Stato ha di fatto rimarcato la manifesta irrazionalità e, quindi, la palese illegittimità dei criteri di scelta adottati dal Consiglio Superiore della Magistratura in base al mero tenore testuale dell'articolo 18 del Testo Unico sulla dirigenza giudiziaria; e lo ha fatto nell'esercizio del proprio potere-dovere di valutazione, perché di questo potere-dovere, l'individuazione dell'ambito di operatività della circolare del 28 luglio 2015, qual è quella nota come testo unico della dirigenza giudiziaria è chiara espressione".
"Al cospetto di questo compendio normativo", scrivono ancora i giudici, "nessuna invasione della sfera del merito amministrativo si è quindi prodotta, poiché il Consiglio di Stato si è limitato a svolgere l'attività di interpretazione dei parametri normativi che è propria della sua funzione".

Foto © Imagoeconomica

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