L'ex boss della Banda della Magliana sarà sentito in videoconferenza nel processo contro Bellini
Doveva testimoniare oggi davanti alla Corte d'assise di Bologna nell'ambito del nuovo processo a Bologna sulla strage del 2 agosto 1980 che vede come principale imputato l'ex di Avanguardia Nazionale, Paolo Bellini, ma alla fine Maurizio Abbatino non si è presentato. A quanto pare vi sono stati alcuni problemi sulla convocazione così il Presidente della Corte, Francesco Maria Caruso, ha disposto lo slittamento dell'esame al prossimo 22 ottobre.
Abbatino sarà sentito in videoconferenza, da Roma, accogliendo la richiesta avanzata ieri via mail alla Procura generale da parte del suo legale.
La richiesta, ha spiegato il Pg Nicola Proto, è stata fatta da Abbatino, fino a pochi anni fa sottoposto al regime di protezione, per "motivi di sicurezza personale". Nel pomeriggio è stato invece sentito un altro ex componente della Banda della Magliana, Fulvio Lucioli, che dopo essere stato arrestato nel 1981 fu il primo a pentirsi del gruppo criminale romano.
Lucioli, confermando soprattutto i vecchi verbali degli anni '80 e quanto già detto alla Procura generale nel 2018, ha parlato di Massimo Carminati, che pero' non ha mai conosciuto. "Ho avuto notizie dei rapporti di Carminati con la banda da Maurizio Abbatino. In seguito mi disse che faceva parte dei Nar. Sicuramente Carminati era la persona (tra gli estremisti di destra, ndr) che ha frequentato in modo più assiduo la banda. Non faceva parte del gruppo ma quasi". Lucioli è stato sentito anche sulla figura dello psichiatra legato all'estrema destra, Aldo Semerari. "Tramite Alessandro D'Ortenzi (criminale fiancheggiatore della Banda della Magliana, ndr), Semerari ci propose di fare degli attentati con bombe nella Capitale per conto della sua area di estrema destra. Ci chiese anche di fare dei sequestri di persona, c'era una lista di nomi che ci avrebbe detto solo se avessimo accettato. In cambio ci avrebbe ripagato con perizie a noi favorevoli per farci uscire dal carcere. Noi ci rifiutammo di fare questi attentati, i nostri reati erano solo per lucro", ha detto Lucioli.
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