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Nello stesso giorno sarà sentita anche la sorella del poliziotto, Flora

Entrerà ufficialmente nel vivo a settembre, con la deposizione di Vincenzo Agostino, padre del poliziotto Nino, ucciso il 5 agosto 1989 assieme alla moglie Ida Castelluccio, l'istruttoria dibattimentale nel processo contro Gaetano Scotto, accusato di duplice omicidio aggravato, e di Francesco Paolo Rizzuto, accusato di favoreggiamento.
A stabilirlo è stato il presidente della Corte d'Assise Sergio Gulotta (Monica Sammartino giudice a latere), che questa mattina ha sciolto la riserva ammettendo tutti i testimoni inseriti dalle parti processuali nell'udienza di giugno.
Assieme a Vincenzo Agostino, che da trentadue anni non taglia la barba proprio perché in attesa di verità e giustizia su quel duplice delitto, sarà sentita anche sua figlia, Flora. Entrambi sono assistiti dall'avvocato Fabio Repici.
Nell'udienza odierna, che si è svolta nell'aula bunker del carcere Ucciardone, la Corte ha anche disposto le trascrizioni delle intercettazioni su cui non è stato prestato il consenso da parte della difesa.
Per l'omicidio è stato già condannato, in abbreviato, il boss del mandamento di Resuttana, Antonino Madonia. Per questa udienza, tra il pubblico, in un primo momento c'era anche il Presidente della Commissione antimafia, Nicola Morra. Tenuto conto che il processo - per le normative anti covid - si svolge a porte chiuse, Morra ha poi lasciato l'aula, ma prima ha anche lasciato un messaggio con l'augurio che "finalmente, con questo processo, grazie alla Procura generale di Palermo, si possa concedere giustizia innanzitutto ad un padre ed ad una famiglia che hanno trovato nello Stato non sempre un alleato, quanto piuttosto un inquirente 'timido e timoroso'".
Il processo, dunque, è stato rinviato al 13 settembre prossimo. Quando avrà inizio un nuovo cammino verso la verità.

In foto: Vincenzo e Nino Agostino in uno scatto d'archivio

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