L'obbiettivo dichiarato della riforma è di contenere la discrezionalità del Csm dopo i recenti scandali Palamara e dei verbali di Piero Amara
I magistrati potranno rientrare in magistratura dopo aver ricoperto un incarico politico e il sistema elettorale per i membri del Consiglio Superiore della Magistratura non sarà basato sul sorteggio ma sul "voto singolo trasferibile" in grado di 'spezzare' ogni tipo di legame tra le correnti della magistratura associata e i consiglieri togati.
Inoltre nel testo si chiede anche l'aumento del numero dei componenti del Consiglio e criteri più rigorosi per la formazione delle Commissioni per chi è stato nella Sezione disciplinare.
Sempre nel documento si legge che ci potranno essere limiti più stringenti per l’eleggibilità dei magistrati e che vengono mantenuti i criteri più oggettivi degli attuali indicatori attitudinali sulle nomine dei magistrati al vertice degli uffici giudiziari.
Sono queste le proposte avanzate dalla commissione incaricata dalla Guardasigilli Marta Cartabia e presieduta dal costituzionalista Massimo Luciani per la riforma della giustizia e del Csm.
Nel testo - che sarà valutato domani al vertice convocato dalla ministra con i capigruppo di maggioranza della Commissione Giustizia della Camera - secondo quanto riportato dell’Ansa, non c’è il divieto totale al rientro in magistratura per un giudice o un pm che abbia ricoperto un incarico politico. Ma si propongono invece dei 'paletti' molto incisivi, ossia limiti di carattere territoriale e funzionale: si potrà, in altre parole, riprendere a esercitare funzioni giudiziarie cambiando regione.
Inoltre, secondo la commissione, il sistema del sorteggio non va applicato per comporre il Csm. Ma andrebbe costruito un nuovo sistema elettorale che non permetta interferenze nelle elezioni dei consiglieri determinando una censura tra le correnti della magistratura e i consiglieri togati.
Un taglio netto quindi dal precedente decreto dell’ex Guardasigilli Bonafede in cui si prevedeva: il divieto assoluto delle cosiddette 'porte girevoli' tra magistratura e politica, il sorteggio con l’introduzione di sistema maggioritario a doppio turno in 19 collegi per l’elezione dei consiglieri togati del Csm (aumentati a 20, più 10 laici) e la possibilità di effettuare il passaggio dalle funzioni di giudice e quelle di pm per due volte durante l'intera carriera. Nel testo la commissione propone di mantenere quest'ultimo punto modificando l'attuale norma che prevede il "cambio di casacca" per quattro volte.
La riforma Bonafede inoltre prevedeva anche nuovi criteri di merito e trasparenza per l’assegnazione degli incarichi direttivi e semidirettivi e una riorganizzazione delle procure al fine di ridurre la gerarchizzazione al loro interno, nonché l'introduzione delle quote rosa e del sorteggio elettorale per composizione delle Commissioni al Consiglio.
In conclusione la commissione chiede anche criteri selettivi più rigorosi per i magistrati destinati alla Corte di Cassazione e di dare voce in capitolo, ma senza diritto di voto, agli avvocati in merito alle valutazioni di professionalità dei magistrati.
Foto © Imagoeconomica
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