Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Condanne per oltre 630 anni di carcere sono state sollecitate oggi dal pm di Roma, Giovanni Musarò, nel maxiprocesso nell'aula bunker di Rebibbia a carico di una quarantina di imputati affiliati al clan dei Casamonica. Le accuse nei loro confronti vanno dall'associazione mafiosa dedita al traffico e allo spaccio di droga, all'estorsione, l'usura e detenzione illegale di armi. Le pene più alte sono state chieste per Giuseppe Casamonica, boss dell'omonimo clan, Luciano e Massimiliano Casamonica. Per i tre è stata avanzata una pena di 30 anni di carcere. Chiesti invece 25 anni per Guerino Casamonica e Ottavio Spada. L’accusa, nel corso della requisitoria, ha invece chiesto 16 anni di reclusione per Antonietta Casamonica e 17 anni per Gelsomina Di Silvio. L'inchiesta è quella dei carabinieri del Comando Provinciale di Roma, coordinata anche dal pm Stefano Luciani. Le indagini degli inquirenti del Nucleo Investigativo di Frascati erano state avviate nell'estate del 2015, ancora prima dei funerali di "zio Vittorio Casamonica", ed hanno permesso di documentare l'esistenza di un'associazione mafiosa autoctona strutturata su più gruppi criminali, prevalentemente a connotazione familiare, dotati di una propria autonomia decisionale, operativa ed economica. Fondamentali per l'accusa erano state le parole di alcuni collaboratori di giustizia.

Foto © Imagoeconomica

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos