Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Approvata anche la delibera per l'opposizione al ricorso di Davigo davanti a Tribunale civile

Un nuovo ricorso è stato presentato al Consiglio di Stato da parte del Csm contro la sentenza con cui il Tar del Lazio, il 16 febbraio scorso ha annullato l'ordinanza con la quale, nel marzo del 2020, il Consiglio ha nominato Michele Prestipino nuovo procuratore capo di Roma.
Palazzo dei Marescialli aveva già impugnato la sentenza del Tar riguardante il ricorso del pg di Firenze Marcello Viola contro la nomina di Prestipino, e su questo procedimento si è già svolta l'udienza al Consiglio di Stato.
Tuttavia ieri pomeriggio il Csm ha approvato la delibera con cui si propone di invitare l'Avvocatura dello Stato a impugnare la pronuncia del Tar in merito al ricorso presentato dal procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi (in foto) contro la nomina del nuovo capo dei pm Capitolino.
Come si legge nel testo presentato ieri, "il Consiglio ha tenuto conto e valorizzato il rilevante incarico di procuratore di Palermo ricoperto dal dottor Lo Voi. Nondimeno, nella comparazione con il dottor Prestipino, con specifico riferimento all'indicatore di cui all'articolo 32 del Testo Unico sulla dirigenza, il Consiglio ha rilevato come il dottor Lo Voi abbia svolto tale importante incarico per soli quattro anni e sei mesi, e che, pertanto, complessivamente la sua esperienza nel contrasto alla criminalità organizzata è da ritenere molto più breve e meno variegata rispetto a quella del dottor Prestipino" che "nell'esercizio delle funzioni requirenti, ha operato nel settore della criminalità organizzata continuativamente (a decorrere dal 1998, quando è stato destinato alla Dda di Palermo) e, peraltro, in diversi contesti territoriali, quali la Sicilia, Calabria e Lazio, così avendo maturato una approfondita conoscenza delle diverse forme del crimine organizzato". Palazzo dei marescialli rivendica dunque la propria scelta di considerare prevalente Prestipino, nonostante all'epoca fosse procuratore aggiunto.

Plenum su oppone a Davigo che ricorre al giudice civile
Al contempo il Consiglio superiore della magistratura ha anche approvato a maggioranza (con 5 astenuti) la delibera con cui si invita l'Avvocatura dello Stato, per conto del Csm, a resistere al ricossero presentato dall'ex magistrato Piercamillo Davigo al tribunale civile di Roma contro la sua decadenza dallo stesso Csm, conseguente al suo pensionamento da magistrato. Un'udienza è stata fissata per il 12 maggio prossimo, dopo le pronunce dei giudici amministrativi che si sono dichiarati non competenti sulla questione.
Nella delibera, dunque, il Csm chiede di resistere nel giudizio, "non sussistendo li estremi per reputare fondata" la domanda contenuta nel ricorso di Davigo, al quale è "volta ad ottenere l'accertamento del suo diritto alla conservazione della carica di consigliere elettivo del Css" e "la condanna del Consiglio superiore della magistratura alla reintegrazione nell'incarico".
Nella delibera approvata, si parla anche di "conseguenze paradossali che deriverebbero dalla tesi proposta" da Davigo nel suo ricorso, secondo la quale sarebbe "ammissibile la presenza di componenti eletti dai magistrati che abbiano cessato di appartenere all'ordine giudiziario". Per il consiglio in tal modo "si verrebbe a creare un 'tertium genus' di componenti, non togati e neppure eletti dal Parlamento", mentre "l'appartenenza all'ordine giudiziario - si legge nel documento vagliato dal plenum - rappresenta una precondizione per svolgere il ruolo di componente togato". Sul tema, Davigo ha chiesto al giudice civile di sollevare eventualmente una questione di legittimità relativa alla legge del 1958 istitutiva del Consiglio superiore della magistratura: questione di cui il Csm rileva invece la "manifesta infondatezza".
Durante il plenum di ieri è stato eletto il nuovo giudice disciplinare in sostituzione di Marco Mancinetti ex togato di Unicost, dimesso in relazione al "caso Palamara" e in particolare ai contenuti delle sue chat. Dopo tre votazioni, con 19 voti è stato eletto alla fine Giuseppe Marra, togato di Autonomia e Indipendenza come membro effettivo in rappresentanza dei giudici di merito. Dopodiché il Plenum, a pochi giorni dal suo insediamento, ha eletto con una a maggioranza (18 voti a favore) la togata di Magistratura Indipendente Maria Tiziana Balduini come membro supplente della sezione disciplinare.
Infine si è proceduto con la nomina del Procuratore aggiunto di Catanzaro. La quinta commissione del Consiglio superiore della magistratura ha scelto il pm Giulia Pantano, 46 anni - attualmente sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria e prima ancora a a Como e a Palmi - per ricoprire la carica. Il nome del pm Pantano è stato preferito a quello dei colleghi con maggiore anzianità per sostituire il posto lasciato vacante da Vincenzo Luberto, trasferito a Potenza in qualità di giudice civile dalla sezione disciplinare del Csm in seguito ad indagini per corruzione sorte a suo carico.
Inizialmente erano 15 gli aspiranti all'ufficio: Gerardo Dominijanni, Erminio Amelio, Pietro Polidori, Marisa Manzini, Anna Maria Lucchetta, Vincenzo D'Onofrio, Nicola Serianni, Mario Dovinola, Antonio Bruno Tridico, Raffaella Sforza, Marco Colamonici, Santo Melidona, Rocco Cosentino, Maria Luisa Miranda.

Foto © Imagoeconomica

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos