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Oggi in aula la testimonianza dell’ex commissario dell'Irsap

Antonello Montante avrebbe avuto rapporti di amicizia con gli ufficiali delle forze dell'ordine che andavano ben oltre quelli istituzionali. Anche di questo ha parlato oggi Alfonso Cicero, ex commissario dell'Irsap (l'Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive) salito oggi sul pretorio come testimone nel processo sul "Sistema Montante" che si celebra con rito ordinario nei confronti di 17 imputati nell'aula bunker di Caltanissetta. "Una volta Marco Venturi (ex assessore regionale alle Attività produttive, ndr) mi disse - ha riferito Cicero - che aveva assistito durante una cena a un episocio: il colonnello Giuseppe D'Agata aveva dato una pen drive ad Antonello Montante. Era rimasto impressionato, perché un esponente così importante delle forze dell'ordine che consegna una pen drive in quel contesto era una cosa anomala. Per quanto riguarda il colonnello Letterio Romeo, sapevo che era un ufficiale dei carabinieri. Lo incontrai per la prima volta nel 2013 in una pizzeria in piazza Mercato. Montante mi aveva invitato a mangiare una pizza e quando arrivai era già seduto con Romeo. Mi accorsi subito che tra loro c'era un rapporto di intima amicizia. Poi Romeo non l'ho visto più, tranne in occasione di un funerale, quando andammo a prendere un caffè e vidi che anche con l'imprenditore Massimo Romano il colonnello Romeo aveva rapporti di amicizia molto intimi".
Sempre in merito ai rapporti dell'ex leader di Confindustria con gli ufficiali delle forze dell'ordine, a loro volta imputati, Cicero ha aggiunto: "Il colonnello Gianfranco Ardizzone mi confidò che il suo trasferimento dalla Dia di Reggio Calabria a quella di Caltanissetta era avvenuto grazie all'interessamento di Montante. Mentre del maggiore Ettore Orfanello, sempre Marco Venturi, mi confidò che la compagna era stata assunta da Massimo Romano in uno dei suoi supermercati".
Cicero ha quindi spiegato di aver interrotto i propri rapporti con Montante nel luglio 2015 mentre attendeva di essere confermato come presidente Irsap Sicilia. "Su questa riconferma prendevano tempo sostenendo che io non avessi i requisiti - ha detto oggi un aula - Dopo che i rapporti furono interrotti io e Marco Venturi cominciammo ad avere paura di essere intercettati da Montante. Avevamo capito che era un soggetto pericoloso. Dicevamo 'questo ci ammazza o ci fa ammazzare'". E poi ha aggiunto: "Avevamo paura di andare direttamente dai magistrati perché avevamo capito i rapporti che aveva con loro e le forze dell'ordine e per questo raccontammo tutto al giornalista Attilio Bolzoni". "L'assessore Linda Vancheri non esisteva - ha poi detto Cicero, rispondendo al pm Maurizio Bonaccorso, relativamente al periodo in cui era ancora presidente dell'Irsap - le decisioni venivano prese da Antonello Montante. Anche i cambi di rotta erano determinati da Montante. Anche chi doveva essere ricevuto o non ricevuto in assessorato lo decideva Montante. Quest'ultimo comandava i politici. Lumia era sotto suo ordine, il suo politico. Non esiste il sistema Lumia, esiste il sistema Montante. Non si muoveva nulla e c'era la paura di Montante o la voglia di tutti di stare con lui. Tutti avevano paura di lui. Crocetta era il pupo di Montante. Era lui che decideva le nomine. Dopo le dimissioni della Vancheri l'assessorato passò nelle mani di Crocetta il quale poi nominò alle Attività produttive Mariella Lo Bello che era alla Formazione. Successivamente venni nominato da Crocetta commissario straordinario dell'Irsap, ma io rinunciai alla carica".
Cicero ha anche parlato di ciò che avvenne per estromettere dall'incarico Nicolò Marino, attualmente Gip a Roma ed ex assessore regionale in Sicilia durante la giunta Crocetta, con delega ad Acqua, Rifiuti ed Energia. "L'imprenditore Giuseppe Catanzaro, esponente di primo piano di Confindustria - ha spiegato Cicero, rispondendo alle domande del pm Maurizio Bonaccorso - mi raccontò che Montante stava facendo di tutto per fare pubblicare un dossier che riguardava la vita privata di Nicolò Marino, su fatti scandalosi. Me lo disse anche Linda Vancheri (ex assessotre regionale) spiegandomi che questo dossier, Montante lo aveva affidato all'avvocato Antonio Fiumefreddo di Catania per farlo pubblicare su un sito on line o un blog. Di questo avvocato penalista Montante aveva molta stima". Quindi ha riferito di un altro episodio: "Nel febbraio 2014 si tenne un convegno organizzato da Confindustria nazionale in un'azienda dell'area industriale di Ragusa. A margine del convegno mi accorsi che c'erano Montante, Catanzaro e Crocetta che si erano messi in disparte. Da come gesticolava e da come gli si rivolgeva si capiva che Montante stava redarguendo Crocetta. Catanzaro non diceva nulla e assisteva a questa scena. Quando Marino fu cacciato dal governo, proprio per le battaglie che stava facendo sulla trasparenza nella gestione dei rifiuti, Catanzaro mi disse che in quel convegno Montante diede un ultimatum a Crocetta: 'O lo cacci via o non deve piu' contestare la gestione di Catanzaro'. Poi Marino fu cacciato via".

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