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Nei giorni scorsi 18 persone sono state indagate nel cosentino dalla Procura di Paola diretta da Pierpaolo Bruni nell'inchiesta "Appalti e massoneria". Scattata lo scorso 27 gennaio, l'indagine portò, grazie alle intercettazioni ambientali e telefoniche eseguite dai militari dell'Arma, alla scoperta di una loggia massonica segreta che avrebbe agito per condizionare appalti pubblici e compiere reati contro la pubblica amministrazione.

Più precisamente, gli investigatori dalle intercettazioni scoprono la celebrazione di strane riunioni presso l'area riservata di un bar di Scalea. Ma mentre alcuni dei soggetti risultano regolarmente iscritti alla Obbedienza italiana di Piazza del Gesù; degli altri partecipanti alle riunioni non vi è traccia di scheda di adesione. È emersa, però, un'associazione culturale dietro alla quale, grazie ad approfondimenti, il procuratore Pierpaolo Bruni e dei sostituti Maria Francesca Cerchiara e Antonio Lepre sono riusciti a identificare una struttura segreta paragonabile ad una loggia massonica.

Secondo la procura, nell'area del Tirreno cosentino si sarebbe costituita una presunta associazione per delinquere, appunto, - operante tra la Calabria e la Basilicata - per dividere i proventi di appalti pubblici. I reati contestati, infatti, (commessi durante tra il 2018 e il 2020) sono a vario titolo: truffa; turbata libertà degli incanti; corruzione; e violazione della Legge Anselmi che vieta la costituzione delle logge massoniche segrete. Scrivono gli inquirenti, nell'ipotesi di reato formulata nel decreto di perquisizione, che i soggetti "partecipavano ad un'associazione segreta in violazione dell'articolo 18 della Costituzione, occultando la sua esistenza e tenendo segrete congiuntamente finalità e attività sociali e rendendo sconosciuti in tutto e in parte i soci così svolgendo attività diretta ad interferire sull'esercizio di enti pubblici con particolare, anche se non esclusivo, riguardo ai Comuni del versante tirrenico nella provincia di Cosenza, attività finalizzata all'accaparramento e spartizione di appalti pubblici".

Ma quando lo scorso 30 marzo i carabinieri si sono recati in Prefettura per acquisire gli elenchi e lo statuto della loggia segreta individuata, quest'ultimi non c'erano in quanto non vennero mai trasmessi all'Ufficio del Governo.

Ed è proprio per quest'ultimo aspetto che le diverse perquisizioni effettuate dai carabinieri della Compagnia di Scalea (CS), oltre alle abitazioni, alle auto e agli uffici, sono state estese anche (e soprattutto) nei confronti dei telefoni cellulari di 11 soggetti con l'obiettivo di evidenziare le comunicazioni all'interno del gruppo, i loro rapporti e analizzare la messaggistica WhatsApp (alla ricerca di eventuali tracce in riferimento alla struttura massonica). L'indagine, dunque, è volta ad accertare l'esistenza di un vero e proprio sistema che avrebbe pilotato gli appalti pubblici grazie ai rapporti massonici esistenti tra le persone coinvolte - tra i soggetti sono emersi anche amministratori pubblici (assessori) ed una dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Belvedere.

Foto d'archivio © Imagoeconomica

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