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Nonostante la pandemia, in Brasile si continua a morire di corruzione. Tangenti che, proprio grazie alla crisi di coronavirus, sono aumentate in tutti i Paesi latinoamericani. Ospedali da campo fatiscenti, respiratori pagati tre o quattro volte il loro valore e mai consegnati, mascherine non omologate e gel igienizzante venduto a prezzi gonfiati.
Sono questi gli elementi emersi dallo scandalo Covidão, una serie di inchieste condotte dalla Policia Federal in vari Stati del Brasile riguardanti le gare d’appalto indette per acquistare l’equipaggiamento necessario a contrastare l’epidemia di coronavirus.
I riflettori degli investigatori sono tutti puntati su Manaus, la città al centro della foresta Amazzonica dov’è stato registrato il primo caso della cosiddetta variante 'brasiliana' del virus. Una città che si trova in estrema emergenza a causa di una incontrollata circolazione del Covid e a sale di rianimazione sempre meno equipaggiate a contrastare l’epidemia. In particolare, nelle ultime settimane, diversi ospedali dello Stato hanno incontrato difficoltà a trovare sufficienti bombole d’ossigeno per poter assistere tutti i pazienti malati di coronavirus che presentavano difficoltà respiratorie. Sono proprio i contratti per l’acquisto dei respiratori ad essere entrati nel mirino della Policia Federal.
A giugno del 2020, gli uomini della PF effettuarono una perquisizione nella casa dell’attuale governatore dello Stato Amazzonia Wilson Miranda Lima (molto vicino al Presidente Bolsonaro). Sicuri di avere scovato qualcosa di torbido, la Procura Generale di Brasilia ottenne il blocco dei beni di Lima in attesa di chiarire la sua posizione. Le carte però parlano chiaro. Secondo un rapporto di polizia inviato al Supremo Tribunal da Justiça (STJ), “il governo dell’Amazzonia, durante la gestione di Wilson Miranda Lima, ha approfittato della pandemia di Covid-19 per aiutare con sotterfugi un gruppo di imprenditori locali ad acquistare del materiale ospedaliero, ricevendo in cambio esorbitanti somme di denaro (…)”.
Stiamo parlando dell’acquisto di 28 respiratori che lo Stato dell’Amazzonia, invece di comprarli direttamente dalla Sonoar al prezzo di 2,4 milioni di reis, aspettò che l’azienda li vendesse alla Vineria Adega, un azienda specializzata in vino, dalla quale il Governo di Manaus li ricomprò ad un prezzo maggiorato di 496 mila reis. Una strana operazione che secondo gli investigatori è stata portata a termine proprio per poter ricaricare il prezzo dei ventilatori, il quale ad onore del vero è il 133,67% più alto rispetto al valore di mercato. Inoltre, come appuntano gli investigatori nelle carte dell’inchiesta, il materiale consegnato negli ospedali dell’Amazzonia “non possiede nemmeno i requisiti tecnici necessari per essere utilizzato per il trattamento medico”.
È finita sotto la lente d’ingrandimento della Polizia anche la fattura da 191 mila reis pagata per il trasporto di ulteriori 19 respiratori destinati allo Stato dell’Amazzonia, un costo che - secondo i termini del contratto d’acquisto - avrebbe dovuto essere a carico proprio dell’azienda fornitrice e non del Governo. Insomma, tenendo fede alle indagini ancora in corso, vi sono fondati motivi per sospettare che a Manaus la pandemia ha trasformato le casse del governo in una mangiatoia pronta a sfamare le pance dei grandi affaristi locali. “Questi prime timide transazioni - spiega uno dei poliziotti che ha contribuito le indagini - erano solo l’inizio di un piano su larga scala per rivendere a prezzi maggiori tutti i dispositivi di protezione per il Covid”. Ad esempio, una parte dei 496 mila reis intascati dagli uomini della Sonoar dovevano subito essere riutilizzati per acquistare 10 mila test rapidi per il coronavirus con lo scopo di rivenderli al Governo dell’Amazzonia ripetendo lo stesso meccanismo di sovrafatturazione effettuato con i respiratori.
Personaggi cardini dell’inchiesta sono il governatore dello Stato Wilson Miranda Lima, che i federali considerano la testa del sistema criminale, e gli uomini che aveva nominato all’Assessorato alla Sanità dello Stato, come Rodrigo Tobias, oppure Gutemberg Leao Alencar, personaggio molto vicino al governatore che aveva finanziato l’intera operazione. I beneficiari di questo meccanismo corruttivo però potrebbero essere molti di più. Difatti, nella perquisizione eseguita nell’ufficio del Presidente Miranda il 30 giugno 2020, gli agenti della PF hanno rinvenuto un foglietto all’interno del quale erano stati appuntati otto nomi di deputati dello Stato dell’Amazzonia con a fianco la dicitura 5%. Una scritta che secondo gli investigatori corrisponderebbe una tangente pagata ad una decina di parlamentari, appartenenti non solo alla maggioranza ma anche all’opposizione.
Nonostante vi siano forti sospetti di corruzione, il governatore dell’Amazzonia non è ancora stato rimosso dalla sua carica mentre il governo federale di Brasilia ha già inviato 185,5 milioni di reis attraverso il fondo nazionale di salute (FNS) per contrastare l’avanzata del virus. Una somma di denaro che verrà amministrata dalle stesse persone invischiate nello scandalo degli appalti Covid.

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