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Non si fermano le indagini condotte dalla Procura di Salerno nell’ambito dell’inchiesta “Genesi”, su un giro di denaro e favori in cambio dell’aggiustamento di processi negli uffici giudiziari di Catanzaro.
Il nuovo indagato è il giudice della Corte di Appello di Catanzaro Domenico Commodaro, tra i reati ipotizzati vi sono quelli di corruzione per l’esercizio della funzione e corruzione in atti giudiziari commessi a Catanzaro in epoca antecedente e prossima al mese di febbraio 2018.
A fare il suo nome è stato l’ex giudice di sezione del tribunale di Catanzaro Marco Petrini, figura chiave dell’inchiesta “Genesi” - difeso dagli avvocati Francesco Calderaro e Agostino De Caro - già tratto in arresto il 15 gennaio 2020 per corruzione in atti giudiziari in alcuni casi aggravata dalle finalità mafiose e successivamente condannato in primo grado a 4 anni e 4 mesi con rito abbreviato.
L’ex presidente del tribunale aveva deciso al tempo di collaborare con gli inquirenti facendo i nomi di alcuni suoi colleghi, tra cui quello del magistrato Commodaro, con cui condivideva l’ufficio in Corte d’Appello.
Dopo aver messo a verbale quelle dichiarazioni Petrini ottenne gli arresti domiciliari e il 17 aprile torno davanti ai giudici ritrattando, in gran parte, le dichiarazioni fornite in precedenza.
Dati gli ultimi sviluppi nelle indagini il procuratore di Salerno Giuseppe Borrelli e il sostituto procuratore Maria Benincasa hanno inoltrato una richiesta al G.i.p della Procura di Salerno Giovanna Pacifico di un avviso di proroga di altri tre mesi delle indagini preliminari, spiegando che “non possono concludersi le indagini preliminari essendo in corso attività investigativa dal cui esame questo ufficio dovrà valutare la necessità dello svolgimento di ulteriori indagini ovvero assumere le determinazioni inerenti l’esercizio dell’azione penale". Insomma, mesi decisivi per trovare riscontro alle ipotesi d’accusa o al contrario procedere con una richiesta di archiviazione.

Foto © Imagoeconomica

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