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La Procura di Caltanissetta è pronta a chiedere un nuovo processo per l'ex Presidente degli industriali siciliani Antonello Montante, accusato di corruzione, truffa e traffico di influenze illecite in una seconda tranche dell'inchiesta terminata con la condanna a 14 anni per l'imprenditore. Sono tredici le persone per le quali il Procuratore aggiunto Gabriele Paci ha consegnato l’avviso di conclusione indagini. Oltre a Montante spiccano i nomi dell'ex direttore della Dia Arturo De Felice, dell'ex Presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, delle ex assessore regionali Linda Vancheri e Mariella Lo Bello. E ancora Maria Grazia Brandara, l'ex capo centro della Dia Giuseppe D'Agata, il poliziotto Diego Di Simone che era a capo della security di Confindustria, il poliziotto Vincenzo Savastano e l'ex capocentro Dia di Caltanissetta Gaetano Scillia. 
Nel nuovo filone d'inchiesta sono finiti anche imprenditori e personaggi di spicco del mondo dell'economia come Rosario Amarù, Carmelo Turco, Maria Grazia Brandara, l'ex presidente di Sicindustria Giuseppe Catanzaro e uno dei massimi collaboratori di Montante per il quale gestiva la sicurezza, Diego Di Simone Perricone. Nei confronti di Rosario Crocetta si apre quindi un filone di inchiesta per corruzione in atti contrari a un dovere d'ufficio: secondo i giudici, l'ex presidente della Regione sarebbe stato a disposizione di Montante. L'ex sindaco di Gela, poi divenuto inquilino di Palazzo d'Orleans, avrebbe nominato nella sua squadra di governo Lo Bello e Vancheri soltanto perché a indicarli sarebbe stato l'ex Presidente di Confindustria Sicilia. In cambio l'imprenditore avrebbe finanziato la campagna della lista a suo sostegno, Il Megafono, nella campagna elettorale 2012.
Tra le reazioni sull'apertura di questo nuovo filone di inchiesta quella del presidente della Commissione antimafia all'Ars Claudio Fava. "Esattamente due anni fa, il 19 marzo 2019, la commissione antimafia approvava la relazione sul 'sistema Montante'", scrive Fava in una nota, sottolineando come "nelle pagine di quella relazione veniva plasticamente ricostruito un sistema pervasivo che piegava la macchina amministrativa e il Governo della regione siciliana agli inqualificabili interessi di pochissimi. Le conclusioni della nostra relazione sono oggi confermate dalla procura di Caltanissetta, punto per punto, responsabilità per responsabilità: il governo Crocetta è stato l'esecutore della volontà di un gruppo di potere parallelo che per anni ha delegittimato regole, norme e prassi parlamentare". 
In serata è giunta la nota dell'avvocato difensore di Crocetta, Vincenzo Lo Re, in cui si replica alle accuse dell'inchiesta: "L'intera campagna elettorale di Rosario Crocetta è stata finanziata con contributi medi di cinquemila euro, conferiti con bonifici bancari, e integrati" dal candidato presidente della Regione Sicilia del centrosinistra, nel 2012, "con un assegno di 20 mila euro per saldare i debiti residui con i fornitori. Queste sono cifre vere e plausibili per una terra come la nostra". Lo scrive in una nota l'avvocato Vincenzo Lo Re, difensore dell'ex governatore dell'Isola, Crocetta, indagato dalla Procura di Caltanissetta nell'ambito dell'inchiesta-bis sul cosiddetto "Sistema Montante". Il riferimento dell'avvocato Lo Re è ai presunti finanziamenti da 400 mila euro che il vertice di Confindustria Sicilia, con Antonello Montante e Giuseppe Catanzaro, secondo la ricostruzione dei pm nisseni, avrebbe accordato a Crocetta. In Sicilia, aggiunge il difensore, "le imprese non hanno soldi per pagare gli stipendi e devono ancora nascere imprenditori disposti a puntare 400 mila euro sulla vittoria di un candidato del centrosinistra che i sondaggi dell'epoca davano perdente rispetto a Musumeci".

Foto © Imagoeconomica

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