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Matteo Salvini è "completamente fuori dal mondo”, "è uno sciacallo di basso livello sulla morte di mio fratello" e “probabilmente ancora sotto l’effetto del mojito”. Sono queste alcune affermazioni con cui Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, morto nel 2009, una settimana dopo il suo arresto a causa del pestaggio subito dai due carabinieri che l’avevano fermato, appellò il leader della Lega.
Per quelle affermazioni Salvini querelò Ilaria Cucchi, ma ora è lei stessa ad annunciare in un post su Facebook che, per il Tribunale di Milano quelle parole, benché dure, sono da annoverare nel diritto di critica. "Il Tribunale di Milano ha ritenuto che le mie espressioni, sicuramente molto forti, fossero tuttavia giustificate e 'pertinenti' al contesto - ha spiegato la Cucchi - Insomma il Giudice ha ritenuto che io ho esercitato in maniera più che legittima il mio diritto di critica. Il Senatore Matteo Salvini se ne faccia una ragione".
Ma cosa era accaduto nel concreto?
Salvini nel novembre 2019 commentò la condanna a 12 anni dei Carabinieri imputati di omicidio preterintenzionale del giovane geometra Stefano: "Se qualcuno ha sbagliato paga; in divisa e non in divisa". E poi aggiunse: "Questo testimonia che la droga fa male sempre e comunque".
Ilaria Cucchi, a sua volta intervenendo su Radio Rai nella trasmissione a “Lavori in corso”, condannò l'intervento: "Matteo Salvini fa speculazione su mio fratello, sono stata accusata io di fare questo ma lui è uno sciacallo di basso livello sulla morte di mio fratello e sulla nostra storia. Arriva al punto di parlare ancora di droga nel momento in cui sono state emesse sentenze di condanna per omicidio… Ma che ci vuole dire che i drogati devono essere uccisi? Secondo me lui è completamente fuori dal mondo… Mio fratello non è morto perché drogato, è chiaro a tutti fuorché a Salvini che ripete sempre le stesse cose… Probabilmente sarà ancora sotto l’effetto del mojito".
Adesso la giudice di Milano Lidia Castellucci nell’ordinanza depositata il 12 marzo, scrive che “non appaiono esternate per apportare un vulnus alla considerazione dell’offeso quanto piuttosto passibili di un uso funzionale, nel noto contesto della vicenda, ad argomentare un giudizio sulla persona che, per quanto forte e ‘violento’, rientra tuttavia nel perimetro della critica”.
“Le esternazioni di Ilaria Cucchi - scrive ancora la giudice - si inseriscono in una travagliata e oltremodo dolorosa vicenda giudiziaria… Appaiono sì forti e offensive ma funzionali, nell’acceso dibattito, a reagire a quella che è stata percepita come una indebita e inconferente associazione del ‘caso Cucchi’ alla problematica, generale, della droga… Ha utilizzato l’espressione ‘sciacallo’ per rimarcare semanticamente l’indebito accostamento che era stato fatto”.

Foto originali © Imagoeconomica

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