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L’ex capo dell’Anm ha chiesto tempo per informarsi su quanto emerso, prossima udienza il 19 marzo

Corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e corruzione in atti giudiziari. Sono queste le modifiche apportate dalla procura di Perugia al capo d’imputazione a carico dell’ex presidente dell’Amn Luca Palamara. I magistrati avrebbero depositato agli atti dell’udienza che si è svolta oggi una voluminosa informativa della guardia di finanza, dichiarazioni messe a verbale da diversi testimoni e alcuni elementi acquisiti nelle indagini.

Dopo l’enunciazione delle nuove accuse la difesa di Palamara ha chiesto tempo per informarsi su quanto emerso e la prossima udienza è stata fissata per il prossimo 19 marzo. Il legale di Palamara Benedetto Marzocchi Buratti esprimendosi sulla questione ha detto: “Dopo tre anni sono stati riesumati elementi di indagine già in parte valutati inattendibili dalla stessa procura. Non ci stupisce nemmeno il periodo in cui questi elementi sono stati valorizzati. Il mio assistito certo non si aspettava alcuno sconto - ha proseguito il legale - e non avrà nessuna difficoltà a difendersi da queste nuove accuse”.

Gli stessi reati sono stati contestati all’imprenditore Fabrizio Centofanti e ad Adele Attisani. Nelle nuove accuse infatti Palamara viene accusato di aver acquisito informazioni riservate da pubblici ministeri di Roma e Messina facendole poi conoscere a Centofanti in cambio di favori e interessi personali, tra cui lavori, soggiorni e viaggi presso l’abitazione di Adele Attisani. Le informazioni passavano poi, sempre secondo l’accusa, all’avvocato Piero Amara.

Queste nuove accuse sono arrivate nello stesso giorno in cui 67 magistrati hanno inviato una lettera al Capo dello Stato Sergio Mattarella. Nella lettera è contenuta la richiesta di un "intervento immediato", “affinché sia finalmente intrapreso il cammino per l’eliminazione dei fattori distorsivi dell’imparzialità e buon andamento della funzione di autogoverno”, “ripristinando la legalità delle sue dinamiche” che “siano rimosse le cause che hanno condotto alla grave delegittimazione di articolazioni essenziali dell’Ordinamento Giudiziario e del Sistema di autogoverno della Magistratura” e che “sia assicurato l’allontanamento da tali ruoli di coloro che non sono risultati all’altezza del compito e infine il sorteggio per la selezione dei componenti del Csm”. Tra i magistrati che hanno firmato la lettera ci sono il gip di Palermo Giuliano Castiglia, Clementina Forleo del Tribunale di Roma, Lorenzo Matassa di Palermo, Gabriella Nuzzi di Napoli.

Foto © Imagoeconomica

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