Non sono emersi elementi utili a concludere che abbia ricoperto ruoli di vertice competenti per decidere su omicidi eccellenti
Il gip di Caltanissetta Valentina Balbo ha archiviato l'indagine a carico del medico Antonino Cinà, fedelissimo di Totò Rina, accusato di avere avuto un ruolo nella strage di via d'Amelio, costata la vita al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della scorta. Cina è stato condannato a Palermo a 12 anni di carcere al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. Nel 2019 i pm di Caltanissetta lo indagarono per l'attentato a Borsellino ipotizzando che avesse avuto un ruolo nella decisione di anticipare la strage dovuta al timore che, scoperta la trattativa che pezzi dello Stato avevano avviato con la mafia, il magistrato potesse impedirne il prosieguo. Secondo il gip, però, dall'indagine non sarebbe emerso nessun elemento utile a concludere che Cinà abbia ricoperto un ruolo di vertice all'interno di Cosa nostra tanto da partecipare a decisioni importanti come quelle sugli omicidi eccellenti. Né, a dire del gip, sarebbe stata accertata la partecipazione di Cinà alla riunione che deliberò la strage di via d'Amelio. Nello specifico il giudice Balbo, riferendosi al processo Trattativa Stato-mafia dove Cinà è imputato, sostiene che il medico di Totò Riina "era ritenuto latore di dichiarazioni" tra lo stesso capo di Cosa nostra, "i vertici mafiosi e Vito Ciancimino (e magari anche viceversa) e che lo stesso Riina lo riteneva fondamentale per tenere aperto quel tipo di canale di collegamento". "Tali esiti - continua il decreto di archiviazione - non comprovano affatto che l'odierno indagato partecipasse alle determinazioni prodromiche alle interlocuzioni che riportava e che magari potevano anche essergli non comprensibili; né vi è comunque prova o anche solo elemento indiziante che dei messaggi che riportava potesse comprendere gli sviluppi e l'esito, anche in termini di accelerazione di un proposito omicidiario nei confronti del dottore Borsellino".
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