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La prima udienza il 28 maggio per Mancinetti, l'ultimo dei togati dimessi

Sono 15 i magistrati già sotto processo, o il cui giudizio avrà inizio a breve davanti alla Sezione disciplinare del Csm per intercettazioni o chat legate allo scandalo Palamara. Il 28 maggio è fissata la prima udienza per Marco Mancinetti, l'ultimo dei togati del Csm a rassegnare le dimissioni al quale viene contestato un comportamento gravemente scorretto nei confronti di alcuni colleghi per i contenuti delle sue chat con l'ex presidente dell'Anm. Per gli altri cinque ex consiglieri, che parteciparono alla riunione notturna all'hotel Champagne sulla nomina del procuratore di Roma con Palamara - Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli, Antonio Lepre, Luigi Spina e Gianluigi Morlini - il processo è in corso: la prossima udienza è in programma il 15 febbraio prossimo. Data che coincide con la ripresa del processo a Cosimo Ferri, anche lui per la partecipazione a quella riunione in cui c'era anche Luca Lotti. Per Morlini c'è stata anche un'altra iniziativa disciplinare e il nuovo procedimento comincerà il 14 maggio.
Si sta già svolgendo anche il processo a due magistrate-segretarie del Csm, Fiammetta Palmieri (la prossima udienza è fissata il 26 febbraio) e Maria Vittoria Caprara (15 aprile la ripresa). Così come il giudizio all'ex pm della procura nazionale antimafia Cesare Sirignano, già trasferito d'ufficio per incompatibilità da Palazzo dei marescialli (prossima udienza il 19 marzo). Mentre è stato sospeso in conseguenza di un'istanza di ricusazione il procedimento all'ex pm romano Stefano Fava. Si tratta sempre di vicende legate al primo "filone" del caso Palamara. Il 22 aprile comincerà invece il processo alla pm di Palermo Alessia Sinatra, che ha accusato il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo di molestie sessuali (lui sarà a giudizio il 7 maggio prossimo): deve rispondere di comportamento gravemente scorretto proprio nei confronti di Creazzo, per alcuni messaggi inviati a Palamara. Oltre al procuratore di Firenze, il Csm processerà anche la presidente del tribunale del capoluogo fiorentino Marilena Rizzo, mentre il 21 maggio sarà la volta di Vittorio Masia, presidente del tribunale di Brescia. Analoghe le contestazioni: a lui di aver segnalato a Palamara nomi di colleghi, della sua stessa corrente, per posti chiave nel distretto di Brescia. A lei di aver interloquito, sempre con Palamara, "per dare il suo 'assenso' su alcune nomine".

Foto © Imagoeconomica

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