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Fasi conclusive per il processo a Giovanni Caterino, l'uomo considerato dagli inquirenti il basista della strage di mafia del 9 agosto del 2017 nei pressi di San Marco in Lamis dove furono uccisi il boss Mario Luciano Romito, suo cognato Mattero del Palma e due agricoltori Aurelio e Luigi Luciani. Il pm Luciana Silvestris, nel corso della sua requisitoria, ha chiesto alla Corte d'assise di Foggia la condanna all'ergastolo dopodiché la parola è passata alla difesa. Secondo la tesi dell'accusa, Caterino, ritenuto dagli inquirenti uomo del clan mafioso "Li Bergolis - Miucci", avrebbe fatto da basista alla banda che, il 9 agosto del 2017, mise a segno l'agguato eliminando il rivale Mario Luciano Romito.
"Mi aspettavo la richiesta di ergastolo, ed oggi devo anche evidenziare che aver ascoltato il PM che ha ripercorso tutto quello che tendenzialmente è successo il 9 agosto 2017, mi ha convinta ancor di più che quell'uomo che oggi è imputato, il presunto basista, era lì presente" ha commentato Arcangela Petrucci, vedova di Luigi Luciani. "Ho chiesto di poter vedere questa persona, il presunto basista - ha aggiunto - di guardarlo in faccia, negli occhi e raccontargli semplicemente chi era mio marito, come vivevamo prima della tragedia; di parlargli di mio figlio. Probabilmente mi avrebbe fatto una risata in faccia. Gli avrei parlato di gente onesta".

 

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