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Rigettata la richiesta di audizione del collaboratore di giustizia Vincenzo Calcara

La sentenza del processo che si celebra davanti la corte d’Assise di Caltanissetta a carico del super latitante di Cosa nostra Matteo Messina Denaro, accusato di essere mandante delle stragi del 1992, slitta a domani. A comunicarlo, a inizio udienza, è stata la Presidente Roberta Serio, spiegando che “l’udienza è iniziata in ritardo a causa dell'adeguamento dei protocolli sanitari chiesti dalla Presidenza del tribunale”. Inoltre, si apprende, è stata anche riferita una Pec inviata dall'avvocato Roberto Avellone, difensore di parte civile, che ha chiesto "la correzione di un errore materiale" su un nome. Sono state anche rinnovate le conclusioni dell'accusa, della difesa dell'imputato, difensore d'ufficio, e delle parti civili. Dopo una breve camera di consiglio, la Presidente Roberta Serio, ha anche respinto la richiesta di sentire il collaboratore di giustizia Vincenzo Calcara. Il pentito, in tre lettere mandate alla corte d'assise, ha chiesto di essere ascoltato perché avrebbe delle cose da "raccontare sulla strage via D'Amelio" e sulle presunte "responsabilità di Messina Denaro". Il procuratore aggiunto Gabriele Paci al termine della requisitoria aveva chiesto l'ergastolo per il boss, accusato di essere uno dei mandanti delle bombe di Capaci e via d’Amelio che tolsero la vita ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e gli agenti delle loro scorte.

Foto © Imagoeconomica

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