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La prossima settimana il Consiglio superiore della magistratura si troverà ad affrontare il cosiddetto caso Davigo, relativo alla questione della sua permanenza quale componente del Csm, dopo il collocamento a riposo per raggiunti limiti di età. Piercamillo Davigo, infatti, compie 70 anni, e il suo pensionamento decorrerà dal 20 ottobre.
Il voto sul collocamento a riposo è slittato a lunedì con la riunione della Commissione verifica titoli, che sarà chiamata a formulare la sua proposta al plenum.
In primo luogo, infatti, il Csm dovrà risolvere la questione sull'incarico di presidente aggiunto della Cassazione richiesto da Davigo, il quale, in subordine, chiede il riconoscimento del titolo, anche con un risarcimento per 'perdita di chance': il magistrato, infatti, aveva in passato impugnato davanti al giudice amministrativo, per ottenerne l'annullamento, la delibera con cui il Csm, nel febbraio 2018, aveva nominato aggiunto alla Suprema Corte Domenico Carcano.
Il suo ricorso è stato accolto dal Consiglio di Stato e ora Davigo chiede al Csm l'esecuzione di quella sentenza.
La questione sul punto è piuttosto intricata. Carcano è andato in pensione e l'incarico di presidente aggiunto è oggi ricoperto da Margherita Cassano, nominata nello scorso luglio, e lo stesso Davigo è prossimo al collocamento a riposo. La Quinta Commissione, con una pratica oggi all'ordine del giorno del plenum ma rinviata su istanza di alcuni consiglieri a quello di mercoledì prossimo, propone di inserire nel fascicolo personale di Davigo la sentenza del Consiglio di Stato, indicando, nella scheda che ne ricostruisce la carriera professionale, che è risultato "vincitore del contenzioso per la nomina quale presidente aggiunto della Corte di Cassazione", e di pronunciare "non luogo a provvedere" sulle altre istanze, quali il conferimento dell'incarico o del titolo di aggiunto, e l'attribuzione dei relativi incrementi retributivi o di emolumenti accessori anche sotto forma di risarcimento per perdita di chance.

Foto © Imagoeconomica

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