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La commercialista ed ex revisore dei conti dell'Azienda siciliana trasporti, Maria Sole Vizzini, avrebbe subito pressioni per essersi opposta al progetto di fusione dell'Ast - l'azienda regionale - sul quale l'ex leader di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, aveva puntato i suoi interessi. E’ questo ciò che è emerso dall’ultima udienza del processo sul cosiddetto Sistema Montante che si celebra a Caltanissetta nei confronti di 17 imputati.
La Vizzini, rispondendo alle domande del pubblico ministero Maurizio Bonaccorsi, ha affermato che "su questo progetto di fusione, che avrebbe inglobato tutte le partecipate di Ast, si sarebbe innescata una vera e propria guerra”. “La mia sensazione - ha aggiunto la teste - era che non si stesse tutelando a dovere l'azienda e che gli interessi erano puntati sul notevole parco immobili. Era come se la regione fosse diventata un nemico dell'Ast. Ho scritto anche delle lettere perché non potevo oppormi direttamente a questo progetto. Il primo a dire no fu l'ex onorevole Vincenzo Giambrone, ma poi venne indagato per un altro fatto e fu costretto a dimettersi". A ribellarsi al progetto di fusione anche l'avvocato Giulio Cusumano che subentrò a Giambrone. Cusumano raccontò di aver subito delle minacce. "Un giorno mi raggiunse - ha spiegato la commercialista - mi disse, con il volto pallido e provato che era stato avvicinato da due tipi che gli dissero che se rompeva le scatole su Ast avrebbero rovinato sia lui che la sua famiglia". Maria Sole Vizzini parlò della vicenda Ast anche all’ex governatore siciliano Rosario Crocetta, "ma con lui ebbi diversi problemi". Il progetto poi non andò in porto. La prossima udienza è fissata nell'aula bunker per il 5 ottobre alle 9.30. Sarà chiamato a deporre come teste l'assessore all'Economia Gaetano Armao, vicepresidente della Regione.

Foto © Imagoeconomica

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