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di AMDuemila
E' iniziata nell'aula bunker del carcere Ucciardone a Palermo l'udienza preliminare per il duplice omicidio dell'agente di polizia Nino Agostino e della moglie Ida, avvenuto il 5 agosto 1989. Imputati, 31 anni dopo i fatti, con l'accusa di duplice omicidio, i boss Nino Madonia e Gaetano Scotto, e Francesco Paolo Rizzuto, amico del poliziotto assassinato, a cui l'accusa contesta il favoreggiamento aggravato. Nei loro confronti la Procura generale ha chiesto il rinvio a giudizio.
Nella prima udienza, il 10 settembre scorso, davanti al gup Alfredo Montalto, si era celebrata la costituzione delle parti e le richieste di parte civile. Oggi formalizzeranno la richiesta di costituzione di parte civile la Regione Siciliana, il Ministero degli Interni e il Siap (sindacato di Polizia), che si aggiungeranno alle richieste del comune di Palermo, Libera, il Centro Pio La Torre, l'associazione 'Cento per cento Inmovimento', l'associazione "La verità vive" e svariati familiari delle vittime. Dopo la discussione delle "eccezioni" sulle richieste, il giudice Montalto - che è anche presidente della sezione Gip-gup - dovrebbe decidere sull'ammissione. In aula il papà di Nino, Vincenzo, con la sua lunga barba bianca, che non taglia dal quel tragico giorno di agosto del 1989, al fianco dell'avvocato Fabio Repici. L'accusa è rappresentata dai pg Umberto De Giglio e Nico Gozzo, quest'ultimo sostituto alla Direzione nazionale antimafia ma "applicato" a questo processo, che ha seguito nell'ultima fase, quella dell'avocazione poi sfociata nella richiesta di rinvio a giudizio.

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