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di AMDuemila
E’ alle sue battute finali il maxiprocesso “Mandamento Ionico” che riguarda 169 imputati. Infatti, qualche giorno fa il il collegio composto dal presidente Fulvio Accurso, e dei giudici Gabriella Logozzo e Giovanna Di Maria, si è ritirato in camera di consiglio in una località riservata dove si prevede che rimanga almeno per l’intera settimana a valutare gli esiti del luogo e complesso dibattimento scaturito dall’operazione dei carabinieri e coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria che ha coinvolto imputati della Locride e, in minima parte, anche dell’area grecanica reggina. L’accusa aveva chiesto condanne per un totale di poco meno di 2000 anni di carceri, con pene che vanno da un minimo di 3 anni a un massimo di 30 anni di carcere. Dunque, i giudici sono chiamati a stabilire la sussistenza o meno delle accuse contestate dalla Dda che riguardano, a vario titolo e con modalità differenti, reati che vanno dalla partecipazione dell’associazione mafiosa, alla detenzione illegale di munizione e armi comuni e da guerra rese clandestine, turbativa d’asta, illecita concorrenza con violenze e minacce, fittizia intestazione di beni, riciclaggio, truffa e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e numerosi altri delitti collegati.
Il processo in corso è molto importante in quanto passerà alla storia all’interno del Palazzo di giustizia di Locri per essere stato il primo a celebrarsi con un sistema di multi-videoconferenza nel rispetto delle disposizioni governative e con la possibilità di far assistere gli imputati detenuti che i trovano ristretti in istituiti penitenziari fuori dalla Calabria.

Foto © Imagoeconomica

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