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di AMDuemila
Il Guardasigilli avrebbe comunicato a Conte che i suoi uffici sono già al lavoro per rivedere il decreto
La ministra Lamorgese invita le prefetture a organizzarsi per i controlli

Messaggio recepito. Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, accogliendo l'allarme dei magistrati sulla possibilità concreta che le organizzazioni mafiose possano giovare degli esosi interventi economici attivati per affrontare la crisi sanitaria, si è detto pronto a mettere in campo contromisure. In particolare il ministro della giustizia ha promesso di rimettere mano al "Dl liquidità”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale lo scorso 8 aprile, dopo che i procuratori capo di Milano e Napoli Francesco Greco e Giovanni Melillo hanno messo in guardia il governo sulla possibilità che i prestiti garantiti dallo Stato per le PMI e le Partite Iva possano finire senza grandi difficoltà nelle tasche delle mafie. Bonafede, riunitosi con il premier Giuseppe Conte, come riporta Repubblica, ha fatto tesoro dei consigli dei due procuratori in merito al decreto - l’autocertificazione del proprio stato legale, la garanzia di non disporre di altri beni, la tracciabilità dei finanziamenti ricevuti - e avrebbe comunicato al presidente che i suoi uffici legislativi sono già al lavoro per trovare una soluzione. In quanto, ha dichiarato il Guardasigilli a Repubblica, "bisogna certamente garantire la legalità, senza che però questo si trasformi in un appesantimento burocratico per le imprese che chiedono i finanziamenti straordinari in questo gravissimo momento di emergenza". Alla ricerca di soluzioni, ora che si avvicina il momento delle erogazioni tanto attese dalle aziende, c'è anche la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese che ha inviato una direttiva ai prefetti invitandoli a organizzarsi per i controlli. Secondo la ministra serve "una strategia complessiva di presidio della legalità" in vista del "rischio che nelle pieghe dei nuovi bisogni si annidino perniciose opportunità per le organizzazioni criminali". Pertanto la Lamorgese ha sollecitato le Prefetture d'Italia "alle attività di ascolto, di dialogo e di confronto con gli attori istituzionali, i rappresentanti territoriali delle categorie produttive, delle parti sociali e del sistema finanziario e creditizio al fine di intercettare ogni segnale di possibile disgregazione del tessuto sociale ed economico". L'obiettivo che i due ministri stanno cercando di perseguire è di facilitare l'operazione di immissione di liquidità nel sistema, nelle tasche dei cittadini e nelle casse delle aziende. Ma senza sottovalutare il pericolo che il denaro pubblico irrorato finisca alla criminalità organizzata o a imprenditori senza scrupoli.

Foto © Imagoeconomica

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