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di Karim El Sadi
La compagna: “Mi ha sferrato un pugno e ha minacciato di non farmi vedere più mio figlio”
La riflessione dell’attrice Annalisa Insardà: “Col Coronavirus notizia passata sottogamba

Può il Coronavirus riempire le pagine di giornale, i social e i titoli dei TG? Sì, può. Perché il bollettino quotidiano e le storie che giungono dagli ospedali raccontano di una battaglia quotidiana. Ma ciò può avvenire anche a costo di far passare in secondo piano notizie di un certo livello che, in tempi non sospetti, si troverebbero sulle prime pagine della stampa?
E’ da questo interrogativo che Annalisa Insardà, nota attrice calabrese, ha invitato i propri followers su Facebook a fermarsi e pensare a come l’emergenza sanitaria stia in effetti occupando i discorsi, i pensieri e purtroppo anche le cronache giornaliere. Brutte o belle che siano. Lo spunto della sua riflessione, l’attrice l’ha tratto da una “notizia agghiacciante” che se diffusa nel periodo pre-emergenziale avrebbe quantomeno creato un certo scalpore.
A Roma l’ennesima lite domestica si è trasformata in violenza fisica. Questa volta, però, l’aggressore non sarebbe un soggetto qualunque, ma un personaggio pubblico appartenente al mondo della magistratura: il sostituto procuratore generale della Cassazione Mario Fresa. Mercoledì scorso la compagna, una trentaduenne sudamericana con cui Fresa era sposato dal 2019 e ha avuto un figlio l’anno prima, si è recata in commissariato per esporre denuncia contro il compagno. La donna, dimessa dall’ospedale con sette giorni di prognosi, ha accusato Fresa di "averla colpita con un pugno alla tempia in casa al termine di una lite" e minacciata "di portarle via il figlio se avesse sporto denuncia". La discussione tra i due sarebbe esplosa martedì scorso intorno alle quindici. “Notai che mio marito era intento a parlare al telefono con una donna. - ha raccontato la moglie a Repubblica - A casa era presente anche la tata che accudisce nostro figlio. Mario mi sferrò un pugno alla tempia destra cagionandomi un vistoso ematoma con rigonfiamento dell’area sopraccigliare. Sentendo le mie urla giungeva in camera da letto la tata che mi diceva: ‘Così non va, finisce che ti ammazza’”. Dopo la corsa in ospedale la donna è scappata con il figlio a casa della madre, a Viterbo, ignorando le pressioni di amiche e colleghe dell’uomo che l’hanno esortata a tornare dal compagno, e soprattutto a non querelarlo in modo da evitare di macchiare la sua carriera. Nel frattempo ieri, appresa la notizia dalla stampa, la procura generale della Cassazione ha sostituito Fresa nella trattazione dei procedimenti e l’ha sospeso dal Servizio disciplinare dove era impiegato: “Impregiudicata ogni valutazione circa il merito della vicenda, rimessa in primo luogo all’Autorità giudiziaria, la Cassazione - si legge in una nota - ha immediatamente provveduto a sostituire il dottore Fresa, che ha fatto richiesta in tal senso, nella trattazione dei procedimenti, sospendendolo integralmente dalla partecipazione al Servizio disciplinare”. Anche la Procura di Roma si è subito attivata aprendo un fascicolo dopo la denuncia presentata alle forze dell’ordine, che ora è in mano ai magistrati del pool di piazzale Clodio, titolari dei reati sulla violenza di genere.
Ciononostante resta il dramma della violenza sulle donne (nel 2019 in Italia una donna ogni 15 minuti ha subito violenze), che nel marasma da Coronavirus, come ha fatto notare l’attrice Insardà, rischia ancora di più di passare inesorabilmente “sottogamba". Senza che qualcuno muova un dito.

Foto © Imagoeconomica

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