Caso Equalize, Pazzali e Calamucci a confronto davanti ai pm

Si è tenuto ieri, come era stato già fissato nei giorni scorsi, un "confronto", ossia un esame congiunto per confrontare dichiarazioni già emerse, davanti ai pm della Dda di Milano e della Dna, tra Enrico Pazzali, l'ex titolare dell'agenzia investigativa Equalize, e Nunzio Samuele Calamucci, esperto informatico, entrambi indagati nella maxi inchiesta sulle presunte cyber-spie e su accessi abusivi alle banche dati per dossieraggi illegali. Il confronto è iniziato dopo le 14 in una caserma dei carabinieri ed è andato avanti per tutto il pomeriggio. Calamucci, così come l'ex superpoliziotto Carmine Gallo, morto a marzo, dopo gli arresti di poco più di un anno fa ha collaborato con le sue dichiarazioni, difeso dall'avvocata Antonella Augimeri, nelle indagini dei carabinieri, coordinate dai pm Francesco De Tommasi e Antonello Ardituro. E ha riferito in più verbali, così come Gallo, che era Pazzali a chiedere con insistenza di effettuare gli accessi abusivi e di fare quei report. Era lui il "vero capo" a cui dovevano rendere conto, così come ricostruito anche nelle contestazioni dei pm di associazione per delinquere. Del tutto diversa, invece, la versione messa a verbale da Pazzali che, in sostanza, ha raccontato che lui non sapeva nulla degli accessi abusivi e che i due agivano "a sua insaputa". L'ex manager aveva spiegato, in particolare, che Calamucci "è un bugiardo cronico" e che mai chiese a Gallo, che riteneva un collaboratore "fidato", di fare quegli accessi allo Sdi. Pazzali, in oltre dieci ore di interrogatorio il 7 ottobre, dopo la chiusura indagini a carico suo, di Calamucci e altre 13 persone, aveva parlato pure di quelle ricerche, venute a galla dagli atti dell'inchiesta, sul presidente del Senato e sui figli Geronimo e Leonardo. "Preciso che non ho fatto mai nulla contro Ignazio La Russa o suo figlio", ha detto Pazzali, difeso dall'avvocato Federico Cecconi, raccontando che stavano solo "testando" l'aggregatore di dati Beyond. L'ex manager, che è stato presidente di Fondazione Fiera Milano, aveva risposto anche a molte domande su suoi rapporti con vertici istituzionali, giudiziari e delle forze dell'ordine. 

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