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E' iniziata in Senato la discussione generale del ddl Costituzionale di riforma della giustizia, che prevede tra le altre cose la separazione delle carriere in magistratura e la nascita di un doppio Csm, con nuove modalità per l'elezione dei suoi membri. Il provvedimento è a Palazzo Madama per la quarta e ultima lettura. Il voto finale dell'Aula è atteso per giovedì mattina, come concordato dalla capigruppo appena terminata. Ora in Aula il relatore del provvedimento, il senatore Alberto Balboni, sta presentando le norme previste negli otto articoli di legge. Il Ddl costituzionale n. 1353-B (" Ordinamento giurisdizionale e Corte disciplinare") è stato approvato in prima deliberazione dalla Camera dei Deputati, approvato, senza modificazioni, in prima deliberazione dal Senato della Repubblica e approvato, senza modificazioni, in seconda deliberazione dalla Camera dei deputati. Il testo di Riforma costituzionale è richiesto sia approvato da voto a maggioranza assoluta dei componenti del Senato, altrimenti si aprirà la strada del referendum confermativo, previsto in Primavera. "Il disegno è chiaro: il governo Meloni vuole una giustizia più debole e meno libera. Vuole controllare i giudici, tenerli vicini al potere e lontani dai cittadini. Il nostro sistema già distingue tra giudici e pubblici ministeri. Perché allora cambiare la Costituzione? Perché rompere l’unità della magistratura, che è garanzia di indipendenza? Separare le carriere porterà il pubblico ministero sotto le grinfie della maggioranza di turno, si trasformerà in un superpoliziotto, un accusatore di professione. Questa non e' una riforma a favore dei cittadini, è un attacco frontale alla giustizia. I problemi della giustizia non hanno nulla a che vedere con la separazione delle carriere" ha affermato in aula a palazzo Madama la senatrice dell'Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi. "L'obiettivo del governo Meloni è quello di mettere la magistratura sotto il controllo del potere politico, non certo quello di avere una giustizia più veloce, più giusta e più accessibile", ha proseguito Cucchi. "La destra non ha alcun interesse a risolvere i veri problemi, come i tribunali al collasso, tempi lunghissimi e personale insufficiente. Occuparsi dei problemi della giustizia significa parlare dei tempi infiniti dei processi, delle udienze che si trascinano per anni, di una giustizia civile bloccata. Il governo Meloni sta piegando la Costituzione a un disegno di potere, una 'democratura'. Questa riforma peggiora la giustizia. La destra ha i numeri in Parlamento per approvare una riforma che i cittadini italiani bocceranno al referendum", ha concluso.

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