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Proseguono a ritmo serrato le indagini sull’assassinio di Paolo Taormina. Dopo l’arresto del killer, Gaetano Maranzano, gli inquirenti sono alla caccia del branco che domenica notte era assieme a lui e che aveva scatenato il pestaggio contro un ragazzo. Lo stesso branco che poi ha aiutato Maranzano a fuggire dopo aver assassinato Taormina, che nel frattempo era intervenuto per impedire il pestaggio. Nei giorni scorsi la procura di Palermo ha disposto nuove perquisizioni allo Zen e otto giovani sono stati convocati alla caserma di Piazza Verdi, per essere ascoltati in qualità di persone informate sui fatti. Per quattro di loro il verbale è stato sospeso, i giovani sono adesso indagati per false informazioni al pubblico ministero. 
L’indagine dei carabinieri della Compagnia Piazza Verdi, coordinata dai sostituti procuratori Maurizio Bonaccorso e Ornella Di Rienzo, è convinta che gli otto convocati in caserma siano i giovani che si intravedono nel video delle telecamere di sorveglianza di quella notte. Qualcuno di loro potrebbe rischiare l’accusa di favoreggiamento. Venerdì, intanto, c’è stato anche un provvedimento importante che riguarda Maranzano, che non potrà avere alcun contatto con la propria bambina durante i colloqui in carcere, né nelle video chiamate o nelle telefonate concesse periodicamente ai detenuti. La magistratura minorile ha fatto scattare una fitta rete di protezione attorno alla bambina che sui profili social del padre veniva fotografata con pesanti catene dorate e per ciondolo una pistola. Da qualche giorno, la piccola è stata trasferita con la madre in una comunità, lontano da Palermo.
La procura per i minorenni ha chiesto anche la decadenza della potestà genitoriale per Maranzano e la moglie.

Foto © Paolo Bassani 

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