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Il giornalista: “Sul caso Spena avrebbe dovuto astenersi” 

Attilio Bolzoni ha presentato un esposto al Consiglio superiore della magistratura contro la giudice Roberta Serio, in relazione a un procedimento penale conclusosi presso la Corte d’appello di Caltanissetta. La vicenda riguarda un processo per diffamazione nei confronti di Michele Spena, editore de “Il Fatto Nisseno”, condannato in primo grado a una multa di 900 euro e al risarcimento di tremila euro in favore di Bolzoni, per alcune affermazioni ritenute dal giornalista lesive della sua dignità e della sua professionalità, pronunciate durante una trasmissione radiofonica in diretta.  
In appello, la sentenza è stata completamente ribaltata: il collegio giudicante ha assolto Spena “perché il fatto non sussiste” e ha revocato le statuizioni civili. Solo dopo la pubblicazione delle motivazioni, Bolzoni ha scoperto che a presiedere quel collegio era stata la magistrata Roberta Serio, figlia di Guglielmo Serio, che in passato aveva promosso — senza successo — una causa civile proprio contro di lui e contro il gruppo L’Espresso. Quel contenzioso si era chiuso nel 2016 con la condanna di Guglielmo Serio al pagamento delle spese legali e si era definitivamente concluso nel 2020, quando gli eredi avevano versato 13.000 euro. 
Bolzoni, pur sottolineando di non voler mettere in discussione l’imparzialità della giudice, ha ritenuto doveroso segnalare la circostanza, ritenendo che la precedente causa familiare potesse costituire un elemento tale da suggerire l’opportunità di un’astensione nel giudizio d’appello. L’esposto è stato trasmesso non solo al Csm, ma anche al ministro della Giustizia, al procuratore generale della Cassazione, alla presidente della Corte d’appello e al procuratore generale di Caltanissetta. 

Foto © Imagoeconomica 

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