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Versioni errate e periti scomparsi: il procuratore Luca Tescaroli apre un’inchiesta su possibili intimidazioni 

C’è qualcosa che non torna dietro la fuga degli interpreti che sta di fatto paralizzando il processo “China Truck”, avviato quattro anni fa a Prato nei confronti della criminalità organizzata cinese. A bloccare il dibattimento è l’assenza di interpreti che possano essere considerati affidabili: le traduzioni delle intercettazioni sono risultate piene di errori e omissioni, con periti che si sono ritirati o spariti dopo aver consegnato lavori giudicati inutilizzabili. Recentemente, il sostituto procuratore antimafia Lorenzo Gestri si è trovato davanti all’ennesimo pasticcio: una traduzione delle intercettazioni ambientali talmente imprecisa e lacunosa da risultare inutilizzabile. Passaggi tagliati, parole interpretate in modo errato, frasi considerate “non rilevanti”, che per questo motivo sono state omesse. In sostanza, un lavoro che non poteva essere ammesso tra le prove processuali. Il magistrato ha chiesto non solo che la trascrizione venisse esclusa dagli atti, ma anche che l’interprete non venisse pagata. Circostanza altrettanto surreale è il fatto che la traduttrice, incaricata di svolgere il delicato lavoro di decifrazione linguistica, abbia comunicato di essere rientrata in Cina e di non avere intenzione di tornare prima di febbraio. È la seconda volta che un perito incaricato della traduzione sparisce nel nulla. Due episodi identici, nello stesso processo, hanno inevitabilmente sollevato più di un sospetto. Tanto che il procuratore capo di Prato, Luca Tescaroli, ha deciso di aprire un fascicolo per capire se dietro le “fughe degli interpreti” si nasconda qualcosa di più serio, come un clima di intimidazione o pressioni da parte di chi ha interesse a rallentare l’iter del procedimento. Nel frattempo, Zhang Naizhong, presunto capo del gruppo criminale, l’uomo che, secondo l’accusa, guidava la rete cinese responsabile di estorsioni, usura, minacce e traffici illeciti nel distretto tessile di Prato tra il 2010 e il 2013, è stato nel frattempo assolto dall’unico reato che gli era stato contestato: l’usura. 

Fonte: La Nazione 

Foto © Imagoeconomica 

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