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La proposta di legge sul sequestro degli smartphone, presentata dal senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin e dalla senatrice della Lega Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia al Senato, ha generato un acceso scontro alla Camera dei deputati. Il disegno di legge (ddl), già approvato al Senato, è in attesa di discussione a Montecitorio dal 10 aprile, ma il percorso si è arenato il 27 maggio dopo l’allarme del procuratore Antimafia e Antiterrorismo, Gianni Melillo, che ha denunciato un “pericoloso arretramento” nella lotta alla criminalità mafiosa. 
In sintesi il sequestro del contenuto di un telefonino dovrà essere autorizzato dal gip in un’udienza in cui dovranno essere presenti il difensore e l’accusa. Una sorta di ‘mini-processo’ per permettere all’autorità giudiziaria di accedere a dati utili per le indagini.
Forza Italia insiste per un’approvazione definitiva alla Camera entro il 27 ottobre, senza modifiche al testo passato in Senato, rimandando eventuali emendamenti a un decreto successivo. Al contrario, Fratelli d’Italia, partito di maggioranza relativa, propone emendamenti per escludere i reati di mafia dalle limitazioni previste, consentendo agli investigatori di accedere ai dispositivi senza autorizzazione preventiva, salvo successiva validazione del gip. Questo comporterebbe un ritorno del testo al Senato, allungando i tempi di approvazione. 

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