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Il Procuratore capo di Napoli intervistato al Corriere della Sera

"Per come è concepita, inutile e dannosa". E' il giudizio sulla riforma della giustizia di Nicola Gratteri, procuratore capo di Napoli, in un'intervista al Corriere della Sera. "Inutile - aggiunge il magistrato - perché non incide sui reali problemi: i tempi del processo e la qualità delle decisioni. Non viene introdotta alcuna misura per eliminare inutili orpelli e mettere nelle condizioni i magistrati di analizzare i loro casi presto e bene. Dannosa perché fa perdere al pm la cultura della giurisdizione. Lui è il dominus delle indagini preliminari, quindi deve comportarsi ragionando come un giudice, per evitare di cercare colpevoli a tutti i costi. Deve rimanere asettico rispetto al caso che ha in esame, senza preoccuparsi di chiedere l'archiviazione. Modificare la Costituzione per un non-problema è davvero inspiegabile". Per Gratteri "il timore serio è che il pm diventi la longa manus del governo di turno, come negli altri Paesi dove c'è la separazione delle carriere". "Con la conseguenza - prosegue - che perseguirà solo reati che gli vengono indicati dall'esecutivo. Con buona pace della tutela dei cittadini". Gli viene chiesto perché le 'Lezioni di Mafie', in onda su La 7, piacciono. "Forse per la nostra semplicità - risponde -. Voglio pensare sia stata apprezzata la nostra credibilità, il desiderio di condividere le conoscenze acquisite in oltre 30 anni di lavoro su un fenomeno che andrebbe studiato nelle scuole. Ricordo un bel documentario che io e Nicaso realizzammo per Rai Tre sulla 'ndrangheta. Fu trasmesso tardi, senza promozione, come un riempitivo. Gli argomenti trattati sarebbero da servizio pubblico. In questo senso, La7 ha dimostrato molta più sensibilità”.

Foto © Imagoeconomica 

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