<I familiari: “Siamo fiduciosi in questo barlume di giustizia”
La Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha dichiarato ammissibile il ricorso presentato da Annunziata, Flora e Salvatore Agostino, familiari di Antonino Agostino, il poliziotto del Commissariato San Lorenzo assassinato dalla mafia - e non solo - insieme alla moglie incinta, Ida Castelluccio, a Villagrazia di Carini (Palermo) il 5 agosto 1989. La decisione rappresenta un passaggio cruciale in una vicenda che, dopo oltre trentacinque anni, resta ancora priva di una sentenza definitiva di condanna. E quindi, senza verità e giustizia.
La famiglia aveva scelto di rivolgersi alla Corte di Strasburgo per denunciare “la persistente e ingiustificata inerzia dello Stato italiano nel garantire verità e giustizia sull’omicidio” dei propri cari. Secondo i ricorrenti, le quattro richieste di archiviazione, le numerose opposizioni e le proroghe d’indagine susseguitesi negli anni costituiscono “una grave violazione degli obblighi previsti dall’art. 2 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo”. La Cedu ha quindi iscritto formalmente il ricorso, riconoscendo la rilevanza delle questioni sollevate.
Per i legali della famiglia, gli avvocati Vincenzo Ragazzi, Massimo Ferrante e Giovanni Romano, si tratta di “una tappa fondamentale per i familiari, che da decenni attendono un percorso di verità e giustizia e che oggi vedono finalmente aprirsi uno spiraglio concreto nella sede sovranazionale”. Lo stesso Ragazzi ha espresso soddisfazione: “Siamo felici e soddisfatti che presso la Cedu le nostre richieste abbiano avuto un primo favorevole accoglimento. Naturalmente il percorso è ancora lungo, ma siamo fiduciosi”.
Anche la famiglia Agostino ha accolto con sollievo la decisione: “Siamo fiduciosi che la Cedu ci possa finalmente dare un barlume di giustizia – dicono –. Proseguendo sulle orme dei nostri genitori, continuiamo con la stessa forza e dignità per dare giustizia a nostro fratello Nino e a nostra cognata Ida. Abbiamo sempre riposto la nostra massima fiducia in quei valorosi uomini dello Stato che si sono spesi con il massimo impegno per garantirci quel diritto alla giustizia che, purtroppo, ci è stato negato per troppo tempo”.
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