Calamucci avrebbe ricevuto una chiavetta USB da un carabiniere del ROS contenente oltre 160 mila file riservati
Per gli inquirenti, l’agenzia di investigazione Equalize era una vera e propria organizzazione criminale. Secondo l’accusa, la società, il cui socio di maggioranza era Enrico Pazzali, ex presidente della Fondazione Fiera Milano, insieme ad altre due figure chiave, Samuele Calamucci, hacker, e Carmine Gallo, ex poliziotto deceduto pochi mesi fa, andava ben oltre le sofisticate tecniche di pirateria informatica, adottando un metodo molto più grezzo: l’acquisizione illecita di informazioni sensibili attraverso la corruzione di membri delle forze dell’ordine. In pratica, grazie all’accesso a banche dati riservate, sarebbero riusciti a ottenere informazioni come precedenti penali o situazioni fiscali delicate, poi rivendute a soggetti interessati per scopi personali. Fino a questo momento, le ipotesi erano sostenute esclusivamente dalla Procura, ma adesso arriva una prima conferma da uno degli indagati: Giulio Cornelli. Come riporta il Corriere della Sera, Cornelli ha accettato un patteggiamento di 3 anni e 10 mesi con il pubblico ministero Francesco De Tommasi, riconoscendo l’esistenza dell’associazione per delinquere, seppure in un ruolo non di vertice.
La posizione di Pazzali resta ancora oggetto di valutazione. Dopo che il giudice aveva escluso misure cautelari, ritenendo che potesse non essere pienamente a conoscenza delle attività più illecite, il pm De Tommasi ha invece insistito sul fatto che fosse proprio lui l’ideatore del sistema, e che ne abbia tratto vantaggio personale, sfruttando le informazioni per fare pressioni o esercitare intimidazioni in ambito politico e imprenditoriale.
In ogni caso, il materiale raccolto dagli investigatori sembra essere davvero imponente, con oltre 650 persone o aziende i cui dati sarebbero stati consultati illegalmente. I motivi delle richieste da parte dei clienti erano spesso di natura personale: dissidi familiari, gelosie, eredità o rivalità economiche. Tra i clienti coinvolti figurerebbero nomi noti come Leonardo Maria Del Vecchio, alcuni fratelli Arpe e manager di aziende importanti come Heineken, Barilla ed Erg. Tra i bersagli delle ricerche compaiono anche personaggi di spicco, tra cui il presidente del Milan Paolo Scaroni, alcuni banchieri, giornalisti e persino il cantante Alex Britti. Non meno rilevante è il caso di una chiavetta USB che Calamucci avrebbe ricevuto da un ex carabiniere del ROS, contenente decine di migliaia di file riservati, tra cui anche documenti classificati dei servizi segreti italiani. Un dettaglio che, se confermato, solleverebbe serie preoccupazioni sul grado di vulnerabilità delle strutture di sicurezza nazionale.
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