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Le opposizioni: “Si dimetta. Non dimentichiamo che al centro dell’indagine c’è Galvagno” 

La procura di Palermo ha chiuso le indagini sull'assessora al Turismo della Regione Siciliana Elvira Amata, accusata di corruzione. L'esponente di Fratelli d'Italia ha ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini firmato dai pm Felice De Benedittis e Andrea Fusco. "Prendo atto, doverosamente e rispettosamente, dell'iniziativa da ultimo adottata dalla Procura della Repubblica di Palermo e, in attesa di conoscere e compulsare gli atti del fascicolo procedimentale, ribadisco la mia estraneità a qualsivoglia contegno penalmente rilevante confidando di potere, al più presto, chiarire, a chi di dovere, la mia posizione", dice Amata. Avviso di conclusione delle indagini anche per l'imprenditrice Marcella Cannariato, moglie del patron di Sicily by Car, Tommaso Dragotto. "La chiusura delle indagini, non può non obbligarla a immediate e dovute dimissioni. Vogliamo però ribadire che l'ennesimo scandalo giudiziario siciliano sta investendo tutta la maggioranza di governo della nostra regione e che la nostra dura e radicale critica non può essere circoscritta all'operato di un singolo assessore del governo regionale". Si legge in una nota delle segreterie di AVS e Controcorrente. "Non dobbiamo dimenticare che al centro delle indagini della procura di Palermo c'è il presidente dell'Ars Gaetano Galvagno, esponente di spicco e leader emergente del centrodestra siciliano e del partito della presidente del Consiglio, la cui portavoce, Sabrina De Capitani, che lavorava con il presidente dell'Ars dal 2022, si è peraltro già dimessa a seguito del procedimento penale in corso - prosegue la nota -. Ma soprattutto la nostra durissima critica politica non può essere circoscritta ad un unico capro espiatorio. Dobbiamo infatti ricordare che il sistema di gestione inaccettabile delle risorse pubbliche all'interno dell'Ars, le gravissime responsabilità politiche di Galvagno e Schifani e il livello generale di compromissione del partito della Meloni con un sistema di commistione tra interessi pubblici e privati, sono tutti elementi reali emersi dalle indagini che necessitano di una ferma condanna politica delle gravissime responsabilità di tutto il centrodestra e di tutti i fenomeni di utilizzo a fini privati delle risorse pubbliche. Su tutto questo non ci può essere alcuna mediazione e serve la massima chiarezza anche nel campo progressista - ancora la nota -. Riteniamo pertanto che serva immediatamente la più ampia mobilitazione politica e sociale contro la corruzione e il malaffare che rendono la politica in Sicilia un mercato indecente e che continuano a negare qualsiasi futuro migliore alla nostra terra e alla nostra gente. Per questo nei prossimi giorni solleciteremo con forza il Partito democratico e il Movimento cinque stelle, per costruire una mobilitazione comune che metta al centro la questione morale in Sicilia con parole d'ordine più che chiare e con il coinvolgimento delle realtà sociali e del sindacato". 

Foto © Imagoeconomica

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