Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Il magistrato di Caltanissetta faceva parte della Massoneria deviata

Questo articolo, che riproponiamo ai nostri lettori, è stato scritto in data 26-06-2025.

Questa mattina i carabinieri del Ros, su delega della Procura di Caltanissetta, hanno perquisito “luoghi riconducibili” all’ex Procuratore della Repubblica Giovanni Tinebra, responsabile della conduzione delle indagini immediatamente successive alla strage di via d’Amelio, con lo scopo di vederci chiaro sul “contesto in cui si collocarono l’ormai accertato depistaggio” e “la sparizione dell’agenda rossa appartenuta in vita a Paolo Borsellino”. 
Si tratta di due abitazioni di Caltanissetta e un appartamento a Catania; è stata anche aperta una cassetta di sicurezza. 
La notizia dell’operazione è stata data dalla stessa Procura nissena in un comunicato. Secondo i pm, ci sarebbe la concreta possibilità che esistesse “una loggia massonica coperta nella città di Nicosia (Enna), di cui avrebbe fatto parte anche lo stesso Tinebra, in servizio presso la Procura della Repubblica di Nicosia ininterrottamente dal 1969 al 1992”.
Nell’ambito dell’indagine hanno assunto rilievo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gioacchino Pennino, il quale, già nel 1998, aveva dichiarato: “Quanto alla nascita del ‘Terzo Oriente’, ribadisce le precedenti dichiarazioni, specificando come quest’ultima struttura sia sorta sulle ceneri della P2 e come, al pari della P2, si proponesse di affiliare tutti coloro di cui non si poteva rendere manifesta l’appartenenza massonica, al fine di creare un organismo capace di gestire il potere al di sopra dei partiti e del Governo. A parlargli di tale organizzazione furono principalmente Giuseppe Lisotta, medico, cugino di Vito Ciancimino, nonché Antonino Schifaudo, i quali esplicitamente gli manifestarono la loro appartenenza al ‘Terzo Oriente’, facendogli alcuni nomi di persone affiliate ed in particolare: (… omissis …), Cinà Antonino, medico di cui ha parlato dettagliatamente in altri verbali, l’imprenditore Buscemi ed altre persone”.
Altre dichiarazioni sono state fornite alla Procura della Repubblica di Napoli alla fine degli anni ’90 dal collaboratore di giustizia Angelo Siino, “il quale - si legge nel documento della Procura - ricostruiva in maniera dettagliata i suoi rapporti con Salvatore Spinello, massone già in rapporti con il palermitano Giuseppe Mandalari, condannato per associazione mafiosa, presentatogli da Francesco Salamone. Nel ripercorrere i suoi rapporti con Salvatore Spinello, il Siino ricordava che questi si era presentato quale massone intenzionato a creare ‘una super loggia massonica segreta nella quale potessero confluire esponenti politici di rilievo, dell’imprenditoria e della criminalità organizzata, in modo da creare rapporti di reciproca convenienza’ e con grande capacità di infiltrazione negli apparati pubblici”. 


strage viadamelio pd


Sempre nel corso dell’indagine della Procura di Napoli si erano raccolti “molteplici dialoghi che consentivano di delineare il progetto di Salvatore Spinello, finalizzato a riunire sotto la sua ‘direzione’ più logge sparse per il Paese; di questa sua iniziativa, i cui prodromi erano iniziati molti anni prima, discuteva nel corso di una conversazione telefonica con Giuliano Di Bernardo (Gran Maestro della Loggia Regolare d’Italia) e, nell’esporgli i suoi propositi, ripercorreva i suoi passati rapporti con Mandalari Giuseppe; nel prosieguo del medesimo dialogo, Salvatore Spinello faceva un primo esplicito riferimento alle logge siciliane, soffermandosi su quella di Nicosia, sottolineando la presenza al suo interno di un ‘personaggio estremamente in auge … che è in una posizione di grande rispetto, di grande, eh, di grande giurisdizione’”. Spinello, inoltre, facendo riferimento agli aderenti alla sua obbedienza, aveva affermato in una conversazione che “Tinebra è dei nostri anche lui, era della loggia di Nicosia … io, naturalmente, quando vado là, non vado pubblicamente ad abbracciarlo, perché non voglio comprometterlo”. 

Il club Kiwanis di Nicosia

“È stato accertato che Giovanni Tinebra aveva sicuramente rivestito un ruolo di vertice nel club Kiwanis di Nicosia, organizzazione indicata come vicina alla Massoneria”, hanno scritto i magistrati. Le conferme arrivano anche “dalle recenti sommarie informazioni esperite nell’ambito del presente procedimento penale e rese da Giuliano Di Bernardo”; quest’ultimo, sentito l’8 novembre del 2024 dalla Procura di Caltanissetta, aveva confermato la forte assonanza tra i club Kiwanis e la massoneria, specificando che il dato poteva divenire più pregnante in dinamiche strettamente locali: “Sono a conoscenza del fatto che ci sono stati rapporti molto forti tra i club Kiwanis e le logge massoniche; tra di essi si era venuta a creare un’intesa molto forte in diverse regioni in Italia, tra cui anche in Sicilia, nel senso che tra gli appartenenti a detti club vi erano anche soggetti massoni. Trattasi di rapporti che, pur non incidendo su dinamiche nazionali, nelle dinamiche locali possono avere una grandissima rilevanza”.


labarbera ima 37382

Arnaldo La Barbera © Imagoeconomica


Inoltre, la consulente dei pm nisseni, Piera Amendola, ha evidenziato che “il Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia, Fabio Venzi, sentito dalla Commissione parlamentare antimafia il 24.1.2017, ha sollevato il tema dei rapporti tra massoneria e club come il Kiwanis, il Rotary, il Lions: ‘Una cosa che accade spesso è che gli iscritti alla massoneria, alla “libera muratoria”, sono contemporaneamente iscritti ad altre forme associative. Parlo del Rotary, dei Lions, dei Kiwanis. In queste occasioni, i massoni di varie obbedienze – ed è l’unico posto dove avviene – si incontrano. Quindi, sarebbe ancora più interessante, secondo me, analizzare queste realtà, perché sono le uniche realtà all’interno delle quali la massoneria irregolare e regolare va ad incontrarsi. Spesso, quindi, i presentatori incontrano i presentati all’interno del Rotary o del Kiwanis. Molti iscritti alla massoneria ne sono presidenti’”. 

L’appunto di Arnaldo La Barbera e “l’agenda indirizzata a Tinebra”

La Procura ha acquisito un appunto datato 20 luglio 1992, firmato da Arnaldo La Barbera e rinvenuto negli archivi della Squadra Mobile di Palermo. Nel documento si legge che, alle ore 12 dello stesso giorno, è stato consegnato al dottor Giovanni Tinebra uno scatolone di cartone contenente una borsa in pelle e un’agenda appartenenti al giudice Paolo Borsellino.
Tuttavia, questo appunto non è mai stato firmato né autenticato dal dottor Tinebra e non è mai stato trasmesso all’ufficio incaricato delle indagini sulla strage di via d’Amelio. Inoltre, il dottor La Barbera non ha mai fatto menzione di questo documento durante le sue deposizioni ai magistrati.
Le indagini condotte non hanno confermato che la borsa sia stata effettivamente consegnata al dottor Tinebra, né che l’agenda menzionata fosse l’“agenda rossa” di Paolo Borsellino, piuttosto che un’altra agenda del giudice poi ritrovata. È noto, però, che la borsa è pervenuta al dottor La Barbera la sera del 19 luglio 1992 e, secondo l’appunto, sarebbe stata consegnata la mattina del 20 luglio. Questo lasso di tempo avrebbe dato a La Barbera la possibilità di prendere l’agenda rossa o di farne una copia.
In sintesi, non vi è certezza che la borsa sia stata consegnata a Tinebra, né che l’agenda fosse effettivamente l’agenda rossa. Inoltre, La Barbera avrebbe avuto l’opportunità di trattenere o copiare l’agenda prima della presunta consegna. 

Foto di copertina © Imagoeconomica

ARTICOLI CORRELATI 

Platone e la strage di via d'Amelio
di Saverio Lodato 

Breve lettera al Procuratore capo di Caltanissetta Salvatore De Luca
di Saverio Lodato

Strage via d'Amelio: trovato verbale di riunione con Borsellino sulle rivelazioni di Lo Cicero

Strage via d'Amelio: sui mandanti esterni non si archivia. Il Gip redarguisce i pm nisseni
Di Giorgio Bongiovanni 

Strage via d'Amelio: Repici si oppone alla richiesta di archiviazione sulla 'pista nera' 

Strage Borsellino, procura nissena: archiviare indagini su 'pista nera' e 'suggeritori occulti' 

Report: dopo la puntata su Capaci scontro tra i pm nisseni e il brigadiere Giustini 

Strage di Capaci, Report: su Delle Chiaie e Lo Cicero spariti documenti e registrazioni 

Scarpinato: ''Un documento dice che Delle Chiaie era coinvolto nella strage di Capaci'' 

Strage di Capaci, Report: su Delle Chiaie e Lo Cicero spariti documenti e registrazioni 

L'arresto di Riina e l'indicazione su Biondino. Giustini dice il vero 

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos