È iniziata ed è stata subito sospesa, con il rischio di un ulteriore rinvio, l’udienza del processo a carico dei quattro poliziotti Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli, accusati di depistaggio.
I quattro, all’epoca appartenenti al gruppo investigativo “Falcone-Borsellino” della squadra mobile di Palermo, sono imputati per aver reso false dichiarazioni durante le loro testimonianze nel processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio. Un processo che si era già concluso in secondo grado con la prescrizione del reato di calunnia a carico degli imputati. Secondo la Procura, i quattro avrebbero mentito e mostrato reticenza quando furono ascoltati come testimoni, nonostante il loro ruolo centrale all’interno del gruppo investigativo istituito proprio per far luce sulle stragi mafiose degli anni Novanta.
A determinare l’immediata sospensione è stata un’eccezione sollevata dal legale di Vincenzo Maniscaldi, l’avvocato Giuseppe Panepinto, il quale ha sottolineato come al suo assistito “non è stato dato avviso del rinvio dell’udienza per la data di oggi, così come non è stato dato avviso per l’udienza precedente”. Una mancanza che, secondo il difensore, potrebbe configurare “una nullità di carattere generale”. “Sebbene a regime intermedio credo sia corretto evidenziarlo per evitare di incorrere in nullità”, ha spiegato in aula.
Il pubblico ministero Pasquale Pacifico ha preso atto della questione, rimettendosi “alla valutazione del Tribunale”. Ha ammesso che “c’è effettivamente una diversità tra la copia in possesso del difensore e del collegio”.
Di parere opposto l’avvocato Giuseppe D’Acquì, altro difensore nel processo, secondo cui “non va fatto alcun avviso, secondo la Corte di Cassazione”, chiedendo quindi “il rigetto delle eccezioni in quanto infondate”. Le parti civili, rappresentate dagli avvocati di Lucia, Manfredi e Fiammetta Borsellino – figli di Paolo Borsellino– si sono rimesse “alle valutazioni del tribunale”.
Dopo una prima sospensione, il Presidente del Tribunale ha reso noto: “Si dà atto che, a seguito di contatti intercorsi tramite cancelleria, il tribunale ha disposto l’acquisizione di copia integrale di quanto notificato con attestazione del comando stazione di Misilmeri. Siamo in attesa della risposta”. L’udienza è stata quindi nuovamente sospesa.
I quattro imputati hanno sempre respinto le accuse e le rispettive difese hanno sostenuto che nessun depistaggio sia stato compiuto. Ma il sostituto procuratore Maurizio Bonaccorso, nella sua requisitoria nel precedente processo, aveva parlato di “assoluta malafede” e di “troppi non ricordo” da parte degli investigatori.
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