Al Trame Festival il magistrato presenta il libro “Una cosa sola”, scritto con l’esperto di mafie Antonio Nicaso
“Quando il ministro Nordio dice che bisogna tornare ai pedinamenti perché si esagera con le intercettazioni, mi viene da ridere. Oppure quando, tre mesi prima di diventare ministro, affermava che le intercettazioni costano troppo. Bisogna dire, invece, che con le intercettazioni lo Stato ci guadagna”. A dirlo è il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, intervenuto dal palco del Trame Festival, il noto evento letterario che ogni anno pone l’accento su temi legati a mafie, legalità e impegno civile. Gratteri ha spiegato come, ai vertici della politica italiana, stia maturando una crescente e preoccupante mancanza di visione d’insieme, che troppo spesso viene sostituita da critiche - secondo lui infondate - alle moderne tecniche investigative. Presentando il suo ultimo libro, Una cosa sola. Come le mafie si sono integrate al potere (Mondadori), scritto insieme ad Antonio Nicaso - giornalista, ma anche docente universitario ed esperto di criminalità organizzata con cui ha già firmato numerose pubblicazioni - Gratteri ha tracciato un confronto netto tra passato e presente. Un intervallo temporale in cui, secondo il magistrato, emergono profondi cambiamenti nell’atteggiamento e nella motivazione di chi opera all’interno delle forze dell’ordine. Negli ultimi dieci anni - ha precisato Gratteri - si sarebbe registrato un significativo miglioramento nella preparazione tecnica e professionale di polizia e magistratura. Tuttavia, ciò che sembra essersi perso è lo spirito di sacrificio e la passione per questo mestiere. “Oggi sembra mancare l’attaccamento al lavoro e la disponibilità al sacrificio. In passato, i giovani aspiravano con determinazione a entrare nelle squadre mobili e facevano di tutto per raccomandarsi e ottenere un posto. Ma oggi, questo slancio si è affievolito”, come se fosse venuto meno il senso della missione.
Il procuratore Gratteri ha poi esteso la sua critica anche alla classe dirigente italiana. Negli ultimi anni molti rappresentanti del governo hanno agito “senza una visione d’insieme”, cioè senza una strategia organica e coerente per il Paese. “In Italia - ha proseguito - troppo spesso si trovano persone a ricoprire incarichi senza comprendere realmente il motivo per cui hanno quella responsabilità. Si tratta, purtroppo, di una mediocrità diffusa, che genera stupore persino in chi quei ruoli li ricopre”.
Tornando alle dichiarazioni del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sulle intercettazioni - considerate da lui costose e poco utili - Gratteri ha ribadito che, al contrario, è proprio grazie a questo strumento investigativo che è stato possibile ottenere risultati a dir poco straordinari. Per questo stesso motivo, “tornare ai pedinamenti” sarebbe non solo anacronistico, ma anche controproducente. Non solo: ha voluto anche sottolineare che, grazie alle intercettazioni, in realtà, lo Stato ci guadagna. “La Procura di Napoli è quella che spende più di tutte: 5 milioni di euro all’anno”, ha precisato. Tuttavia, i benefici ottenuti in termini di contrasto a reati gravi come mafia, traffico di droga, corruzione e terrorismo, sono decisamente superiori. Le intercettazioni, infatti, permettono di sequestrare beni e patrimoni accumulati con attività criminali e di recuperare risorse economiche che superano ampiamente i costi sostenuti per quelle indagini. In altre parole, con un “investimento” iniziale relativamente basso, lo Stato riesce a colpire duramente le mafie e a incamerare, attraverso sequestri e confische, somme ben più elevate.
ARTICOLI CORRELATI
Nordio e i bavagli ai pm? Di Matteo e Gratteri: ''Non ci intimoriscono''
Nicola Gratteri: ''Con Dl Sicurezza impunità per colletti bianchi e pugno duro contro gente comune''
Decreto sicurezza, Gratteri: ''Leggi morbide per i potenti, dure per la gente comune''
Gratteri: ''Ai magistrati dico di non piegarsi alla politica''