L’odg del deputato esclude anche la pericolosità sociale. D’Orso (M5S): “Il governo protegge gli aguzzini e non le vittime?”
Sembra a tutti gli effetti una sorta di “tana libera tutti”, l’ordine del giorno presentato recentemente dal deputato azzurro Enrico Costa e accolto con favore dal governo di Giorgia Meloni. Dopo la cosiddetta legge-bavaglio, che vieta la pubblicazione degli atti di custodia cautelare fino al termine delle indagini preliminari, Costa torna a colpire, spingendo ancora più avanti un certo impianto garantista. Questa volta, nel mirino finisce direttamente la custodia cautelare. Il provvedimento, inserito nell’esame del decreto Sicurezza, si è tradotto in un impegno formale da parte dell’esecutivo a rivedere la normativa sulla custodia cautelare, in particolare nei confronti degli indagati incensurati, anche quando sussista il rischio di reiterazione del reato. In altre parole, chi ha la fedina penale pulita potrebbe evitare la misura cautelare persino in presenza di reati gravi, potenzialmente ripetibili o socialmente pericolosi. Il sospetto, nemmeno troppo velato, è che tra gli effetti più inquietanti vi sia la creazione di una zona franca per gli “incensurati di professione”, dove in prima fila troviamo, ovviamente, i colletti bianchi. Non sorprende dunque che l’iniziativa di Costa possa apparire come un salvacondotto, un gesto di clemenza verso un certo tipo di élite. Ovviamente, dal punto di vista giuridico, la direzione intrapresa dal governo non può essere considerata una vera e propria “istigazione a delinquere”. Tuttavia, resta un segnale estremamente pericoloso. A confermarlo è anche la rimozione dell’eccezione prevista per i reati violenti e quelli che rappresentano un grave allarme sociale. Se, infatti, nella prima versione della proposta si cercava almeno di salvare le apparenze distinguendo tra colletti bianchi e potenziali assassini, nella sua forma attuale l’ordine del giorno promosso da Costa - oggi rientrato in Forza Italia dopo l’esperienza con Azione - somiglia molto più a un condono per incensurati.
È particolarmente paradossale il rischio che un presunto stalker, un sospetto maltrattante o persino un accusato di stupro possa evitare la custodia cautelare solo perché incensurato. Lo ha evidenziato - come riportato dal Fatto Quotidiano - anche la deputata M5S Valentina D’Orso, capogruppo in Commissione Giustizia: “Addirittura il governo sorpassa Costa nella corsa a smantellare i presìdi di sicurezza collettiva, perché non esclude i reati di grave allarme sociale. Si pensi a quelli di violenza contro le donne, come i maltrattamenti in famiglia e lo stalking: il governo Meloni pensa di lasciare a casa, insieme alla vittima, i presunti aguzzini?”. Insomma, il rischio sembra essere duplice. Come già sollevato da diversi addetti ai lavori, l’attuale esecutivo sembra voler spingere verso una giustizia a due velocità: una per le persone comuni e un’altra, più indulgente, per chi dispone di ben altre risorse. Allo stesso tempo, la direzione intrapresa potrebbe persino incentivare, seppur indirettamente, a delinquere, riducendo la percezione del rischio di finire in custodia cautelare, con tutte le conseguenze del caso: dall’occultamento di prove alla corruzione, fino alle minacce.
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