Da Palermo passando per Reggio Calabria e Roma, diversi gli incarichi rivestiti in 40 anni di carriera
Lascia la toga l'ex procuratore di Roma e attuale procuratore aggiunto della Dna Michele Prestipino. Una decisione che arriva a pochi giorni dall'iscrizione nel registro degli indagati, per l'accusa di rivelazione di segreto d'ufficio, in un procedimento della procura di Caltanissetta. "Ormai vicino al limite massimo previsto dalla legge è venuto il momento della pensione", annuncia Prestipino spiegando che è una decisione che aveva "maturato da tempo". Sull'indagine che lo coinvolge spiega che "ha avuto ben poca importanza nella decisione" affermando di sentirsi "assolutamente tranquillo e persuaso che la vicenda sarà chiarita, acclarando la linearità del mio comportamento, conforme, peraltro, a quello che ho tenuto per tutta la vita". Secondo l'accusa mossa dai pm nisseni, l'ex capo dei pm romani, a cui era stata assegnata in Dna anche la delega sul coordinamento delle indagini su possibili infiltrazioni mafiose nella realizzazione del Ponte sullo Stretto, avrebbe riferito particolari riservati sugli accertamenti in corso sulle 'ndrine a Gianni de Gennaro, ora presidente di Eurolink, il general contractor per la progettazione e la costruzione del ponte, e a Francesco Gratteri, consulente della società per le questioni legate alla sicurezza. La fuga di notizie, che risale ai primi giorni di aprile, sarebbe avvenuta nel corso di un pranzo tra i tre e sarebbe stata scoperta perché De Gennaro era intercettato dai pm nisseni nell'ambito di una inchiesta sulle stragi di mafia del ’92. Oggi il magistrato, classe 1957, annuncia la decisione di chiudere una carriera durata 40 anni e iniziata nel 1984. Tra i vari successi: nel 2006 è nel pool di magistrati che coordinarono le indagini della Polizia che portano alla cattura del boss stragista di Cosa Nostra, Bernando Provenzano. Nel novembre del 2008 è procuratore aggiunto a Reggio Calabria dove indaga sulla struttura della 'ndrangheta calabrese e sulle sue ramificazioni economiche nel Nord Italia. Nel 2013 alla procura Nazionale Antimafia si occupò con il procuratore Giuseppe Pignatone della maxinchiesta Mafia Capitale e di altre inchieste contro i clan del Romano. Nel marzo del 2020 venne nominato procuratore a Roma, incarico che rivestì fino al 2021, poi nel 2024 il passaggio alla Direzione Nazionale Antimafia.
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