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Legambiente: “Esprimiamo soddisfazione nonostante tutto. Riconosciuta la colpa e la corresponsabilità dell'imputato”

La Corte di Assise di Appello di Torino ha condannato a 9 anni e 6 mesi la pena per il magnate svizzero Stephan Ernst Schmidheiny nel processo Eternit bis. Pena ridotta rispetto 12 anni inflitti in primo grado. Secondo quanto riferisce l'Osservatorio Nazionale Amianto, che si è costituto parte civile con l'avvocato Andrea Ferrero Merlino, la sentenza "rende giustizia ai tanti i morti per mesotelioma e le altre patologie asbesto correlate che hanno colpito nel corso del tempo gli operai e gli abitanti delle zone limitrofe alla Eternit". Il verdetto dei giudici torinesi, evedenzia ancora l'Ona, arriva "dopo la sentenza della Corte D'Assise di Novara che aveva deciso di considerare i fatti non più come omicidio volontario, ma come omicidio colposo aggravato causato da gravi violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro (sapendo che il rischio di morte era concreto), per la morte di 392 persone delle quali 62 lavoratori dell'Eternit e 330 persone che vivevano nelle zone vicine alla fabbrica". "Dopo anni di battaglie legali, finalmente una sentenza che dà voce alle vittime dell'amianto e riconosce la gravità di quanto accaduto. Una condanna che non cancella il dolore, ma afferma un principio fondamentale: la vita e la salute delle persone vengono prima di tutto. È un segnale forte, che dice che chi inquina, chi nasconde, chi mette il profitto davanti alla sicurezza, non può restare impunito. La decisione della Corte è una vittoria della memoria, della dignità e della verità. A chi ha lottato per anni, spesso nel silenzio, va oggi il nostro rispetto più profondo", commenta Ezio Bonanni, avvocato e presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto. ''Legambiente esprime, nonostante tutto, soddisfazione per la sentenza della Corte D'assise di Torino. E' stata riconosciuta la colpa, la corresponsabilità dell'imputato per le morti per mesotelioma, la corresponsabilità per una ferita ancora aperta sul territorio casalese. Ancora oggi si muore per mesotelioma legato all'esposizione all'amianto, a Casale ma non solo''. Così, in una nota, Stefano Ciafani, presidente di Legambiente Nazionale, Alice De Marco, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta e Vittorio Giordano, presidente del Circolo Legambiente Verdeblu di Casale Monferrato.

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