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Il ministro della giustizia Carlo Nordio ha disposto il 41 bis per il boss Salvatore Ofria. Un nome già passato alle cronache per le condanne definitive per "416 bis" scaturite dai processi 'Mare Nostrum' e 'Gotha'.

La richiesta di disposizione del carcere duro era stata avanzata dalla direzione distrettuale antimafia, in particolare dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e dai colleghi Fabrizio Monaco, Francesco Massara e Antonella Fradà, e controfirmata dal procuratore capo di Messina Antonio D'Amato.

La notizia è stata riportata dalla Gazzetta del Sud che ha riportato i contenuti dei carteggi: i magistrati hanno scritto che Ofria Salvatore è, "da lungo tempo, inserito, con posizione qualificata, in un agguerrito, armato, sodalizio mafioso esistente in Barcellona e nei territori limitrofi"; ed ancora che "nel corso dell’attività di indagine è emerso che Ofria Salvatore, dal carcere, adottava atti di gestione dell’impresa confiscata. Tra gli altri atti di indagine, dal colloquio carcerario del, oggetto di captazione ed intercorso tra Ofria Salvatore, la moglie Alesci Luisella e i figli Chiara e Carmelo, si ricavava infatti che l’impresa confiscata era gestita, in nome e per conto del detenuto, dai familiari di questi".

Si tratta del contenuto delle carte dell'inchiesta diretta dalla procura di Messina in cui si certifica come dal carcere il boss gestiva la storica azienda di famiglia intestata alla madre, la "Bellinvia" che si occupa di smaltimento rifiuti e ricambi d'auto.

Nell'inchiesta è stato coinvolto anche l'amministratore giudiziario dell'impresa "Bellinvia", il commercialista catanese Salvatore Vigillito, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

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