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L'intervento del procuratore di Napoli al convegno organizzato dall’Associazione Magistrati della Corte dei Conti

"Parlate alla gente, il silenzio è complicità. Siate incorruttibili, inattaccabili". Con queste parole il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, è intervenuto al convegno organizzato a Roma dall’Associazione Magistrati della Corte dei Conti. "Non sono un osservatore politico e non riesco a cogliere le ragioni di queste riforme – ha dichiarato –. Posso però dire che, oggettivamente, il segnale che viene dato è quello di un arretramento nella tutela della collettività e nel rispetto delle regole". Il riferimento è chiaro: il progetto di riforma dell’attuale Governo (in continuità con quello presieduto da Mario Draghi) va fermato.
"L’impatto di queste riforme non riguarda lo status dei magistrati ordinari e contabili, ma direttamente i cittadini– ha aggiunto –. La mobilitazione deve essere comune: dobbiamo essere uniti e compatti". Gratteri intravede "danni incredibili" all'orizzonte. E lancia un monito: "La separazione delle carriere, ad esempio, non migliora in alcun modo l’efficienza della giustizia, né riduce i tempi o migliora la qualità delle decisioni. Al contrario, produce nell’immediato il serio rischio di cercare colpevoli a ogni costo".
Eppure, Gratteri – insieme a un ristretto gruppo di addetti ai lavori – da mesi denuncia i pericoli nascosti dietro questa riforma. "Ogni volta che siamo stati ascoltati, anche in sedi istituzionali, abbiamo rappresentato una serie di criticità, ma la risposta è sempre andata in direzione opposta – ha spiegato –. Ovviamente, lo ribadisco: le leggi le fa il Parlamento, e se verranno approvate i magistrati le rispetteranno, anche se non ne condividono il merito". E ancora: "Limitare le indagini e impedire l’accertamento di chi ha commesso un illecito o il recupero del danno effettivo arrecato all’erario significa meno risorse per opere pubbliche, ospedali, scuole".
La maggioranza di governo, avverte Gratteri, "ha già cancellato l’abuso d’ufficio e neutralizzato il traffico di influenze. Ora si appresta ad allargare le maglie dei casi di danno erariale per scudare gli amministratori, oltre a voler, più in generale, ridimensionare il ruolo della Corte dei Conti". Così facendo, conclude, è stato diffuso un messaggio di "impunità".

Foto © Imagoeconomica

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