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Al Teatro Massimo la cerimonia per il 173° anniversario della Polizia di Stato. L’allerta: “Monitoriamo i boss scarcerati”

Tra le colonne imponenti e il fascino senza tempo del Teatro Massimo di Palermo, si è svolta ieri la celebrazione per il 173° anniversario della Polizia di Stato. A guidare il senso della giornata è stato l’intervento del questore di Palermo, Maurizio Calvino, che ha fatto della sua esperienza sul campo, maturata nei commissariati e nelle strade della città, la base per un discorso capace di guardare al futuro senza dimenticare le sfide del presente. “Palermo è una città senza le barriere del pregiudizio”, ha spiegato Calvino, offrendo un'immagine della città diversa da quella che, purtroppo, viene spesso restituita dalle cronache. Palermo è - e rimane - anche una città capace di accogliere, di vivere senza barriere e di superare stereotipi consolidati. Sebbene alcune aree, come le periferie, vengano frequentemente trascurate e relegate ai margini, in esse si cela una grande “potenzialità e ricchezza”: un patrimonio umano e culturale che non può essere ignorato. Non è un caso, dunque, che il questore abbia voluto porre l’accento proprio sui quartieri periferici. Il suo appello è chiaro: non basta l’intervento repressivo per affrontare il disagio e le devianze sociali. Serve un’azione più ampia, che includa investimenti strutturali, educativi e culturali, soprattutto nelle zone più fragili della città. “È necessario un investimento per lo sviluppo dei quartieri. Solo così potremo fare uscire tanti giovani dall’indifferenza”. E ha aggiunto: “Bisogna lavorare sull’educazione dei giovani”, perché “c’è un disagio sociale che cresce”, ha ribadito Calvino, riferendosi agli episodi verificatisi durante le cosiddette “Vampe di San Giuseppe”.

Si tratta di una tradizione popolare palermitana che si celebra ogni anno la sera del 18 marzo, durante la festa di San Giuseppe. Per l’occasione vengono accesi grandi falò, noti appunto come “vampe”. Purtroppo, quest’anno la situazione è degenerata in diverse zone della città: alcuni gruppi di giovani incappucciati hanno dato fuoco a cassonetti e bloccato le strade con i roghi, per poi scagliarsi contro le forze dell'ordine - intervenute per ripristinare l'ordine pubblico - lanciando pietre e bottiglie. Il questore ha invocato un’azione collettiva, che non riguardi solo le forze dell’ordine, ma coinvolga anche le istituzioni, le famiglie, la scuola e l’intera società civile. Nel corso del suo intervento, Calvino non ha evitato di affrontare anche un altro tema delicato, ma di cruciale importanza: quello della criminalità organizzata. In particolare, ha lanciato un allarme riguardo alla possibile riorganizzazione di Cosa nostra, resa concreta dalla recente scarcerazione di diversi boss storici. Per questo motivo ha ribadito la necessità di un monitoraggio costante: “Il monitoraggio dei boss scarcerati è una priorità”, ha assicurato. Il momento più toccante dell’evento è arrivato quando, sullo schermo, sono apparse le immagini dei poliziotti caduti nella lotta alla mafia: Boris Giuliano, Ninni Cassarà, Beppe Montana, Nino Agostino, e naturalmente le figure indimenticabili di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, insieme agli agenti della scorta che hanno sacrificato la propria vita per proteggerli. Una sequenza che ha suscitato un lungo e commosso applauso tra i presenti.

Fonte: La Repubblica

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