Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

L’associazione delle toghe contabili scrive una lettera aperta alla premier: “Si rischia di favorire l’illegalità diffusa”

Dopo le prime reazioni contrarie al disegno di legge sulla riforma della giustizia contabile, arriva ora un allarme diretto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. A lanciarlo sono i magistrati contabili, attraverso una lettera aperta in cui chiedono un incontro urgente per discutere le criticità della riforma voluta dal centrodestra. Infatti, il testo, firmato dal ministro Tommaso Foti, ha suscitato numerose critiche e perplessità. Il timore dei magistrati è che, dietro l’intento dichiarato di “modernizzare” il sistema, si nasconda in realtà un indebolimento senza precedenti dei meccanismi di controllo. A preoccupare in modo particolare gli addetti ai lavori è la prevista riduzione delle procure regionali, con un'accentuazione dei poteri nelle mani di un “super-procuratore”. Altre criticità riguardano l’indebolimento del controllo preventivo, che si trasformerebbe in una sorta di approvazione automatica in caso di mancata risposta della Corte, e la limitazione dei controlli sugli appalti del PNRR dopo una prima verifica. Secondo l’Associazione dei magistrati contabili, la riforma rischia di minare la vigilanza sulla spesa pubblica e di incentivare l’irresponsabilità nella gestione del denaro dei contribuenti. Tornando alla lettera aperta indirizzata alla premier, i magistrati si sono concentrati in particolare sul tema del “controllo preventivo di legittimità”: un meccanismo che, in sostanza, consentirebbe l’approvazione tacita di atti amministrativi, senza una reale verifica e senza possibilità di sanzionare eventuali illeciti, nemmeno in caso di colpa grave. In pratica, se un provvedimento non viene esaminato esplicitamente ma passa per silenzio-assenso, i responsabili non sarebbero comunque perseguibili. “L’irragionevole e indistinta limitazione della responsabilità di amministratori e funzionari, ma anche di privati che gestiscono risorse pubbliche, svilisce la funzione giurisdizionale”, ha osservato l’associazione, sottolineando anche come questa norma possa sollevare delicati problemi di compatibilità con il diritto dell’Unione europea, soprattutto per quanto riguarda le risorse comunitarie. La preoccupazione cresce anche per un emendamento già approvato in Commissione, che fissa un tetto massimo al 30% del danno accertato per le condanne da danno erariale. In altre parole, anche qualora un funzionario pubblico provocasse un grave danno all’erario, l’importo che potrebbe essergli addebitato sarebbe comunque limitato a meno di un terzo del danno effettivo. Per i magistrati, si tratterebbe di un pericoloso incentivo alla deresponsabilizzazione, che finirebbe per danneggiare l’interesse collettivo e indebolire la tutela del bene pubblico. “L’introduzione di tetti irrisori alla risarcibilità del danno erariale innescherà processi di deresponsabilizzazione di chi gestisce risorse pubbliche, ricoprendo ruoli di rilievo ed esercitando rilevanti poteri pubblici per il bene della collettività”. Un’ultima critica riguarda l’introduzione di nuove regole sull’organizzazione interna della magistratura contabile, tra cui la separazione rigida tra chi indaga e chi giudica e la creazione di una struttura gerarchica negli uffici. Secondo l’associazione dei magistrati contabili, questi cambiamenti rischiano di compromettere l’imparzialità delle indagini e potrebbero persino entrare in conflitto con i principi costituzionali, se non verranno attentamente bilanciati. Nella loro lettera alla premier Meloni, i magistrati riconoscono l’importanza di riforme che possano effettivamente migliorare il sistema. Tuttavia, avvertono che, così come è stato concepito, l’attuale disegno di legge potrebbe ridurre sensibilmente la capacità dello Stato di garantire legalità e trasparenza nell’amministrazione pubblica. Infine, hanno anche ribadito come la presenza di un giudice indipendente, in grado di esercitare un controllo effettivo sull’uso delle risorse pubbliche, sia fondamentale per assicurare ai cittadini che i loro contributi vengano utilizzati in modo corretto, e che chi commette illeciti sia chiamato a risponderne.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Foto © Imagoeconomica

ARTICOLI CORRELATI

Corte dei conti, arriva la riforma. L'ira dei magistrati: ''Gravi conseguenze sui controlli''

Sorridono le mafie, la Camera ha deciso che la Corte dei Conti non potrà vigilare sul Pnrr

Corte dei Conti, Carlino: ''Attenti alle mani della mafia sui fondi pubblici''

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos