Altri due arresti di imprenditori cinesi a Prato per sfruttamento della manodopera, individuati dalla procura anche grazie alla collaborazione di operai che hanno rivelato le inique condizioni lavorative. Gli ultimi controlli disposti dalla procura nel distretto tessile si sono concentrati su tre aziende in cui sono emerse gravi violazioni dei diritti dei lavoratori: la Confezione Yu Feng di Li Fu Feng, la Confezione Shunan di Jia Shengd, e la Confezione Rosa di le Hualiu. Le verifiche hanno fatto accertare lo sfruttamento di 23 operai, la maggior parte cinesi e pakistani e molti dei quali privi di permesso di soggiorno. I lavoratori - ha spiegato il procuratore capo di Prato Luca Tescaroli in un comunicato - erano costretti a turni massacranti di almeno 12 ore al giorno, senza giorni di riposo e con retribuzioni irrisorie, spesso elargite in contanti. Alcuni dipendenti con contratti regolari, invece, ricevevano parte della paga tramite bonifico bancario, ma la quota maggiore veniva comunque corrisposta in denaro contante, rendendo difficile il tracciamento delle operazioni contabili. Oltre alle condizioni lavorative proibitive, gli operai erano costretti a vivere all'interno delle fabbriche in ambienti insalubri e privi dei requisiti minimi di igiene e sicurezza. Durante i controlli, le autorità hanno identificato un individuo con precedenti penali che ha tentato di sottrarsi all'arresto fornendo false generalità. L'uomo, già condannato a 3 anni e sei mesi per tentata estorsione aggravata nel 2013, è anche destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per reati legati ad associazione mafiosa ed estorsione aggravata.

Il condannato pretese - insieme ad altre quattro persone, utilizzando violenza e minaccia, con calci, pugni e schiaffi - il versamento di 20.000 euro da parte dell'imprenditore cinese Guanghui Dai, titolare dell'impresa. Il condannato è stato trasferito presso la casa circondariale di Prato.

Un ruolo significativo nell'acquisizione delle risultanze di prova, che hanno consentito di procedere nei confronti delle tre imprese oggetto dell'indagine, ha spiegato sempre il procuratore Tescaroli, è stato svolto da alcuni lavoratori che "hanno assunto un atteggiamento di collaborazione con l'autorità giudiziaria, che hanno intrapreso una proficua collaborazione con la giustizia, nonché quaderni manoscritti contenenti le indicazioni della merce prodotta dalle maestranze".

ARTICOLI CORRELATI

Mafia a Prato, l'allarme di Tescaroli porta la Commissione Antimafia in città

Procura di Prato: Luca Tescaroli si è insediato come nuovo Procuratore della Repubblica

Tescaroli: ''Mafia cinese è un pericolo concreto e non da oggi''

Tescaroli: ''Mafie cinesi all'assalto, pericolose interazioni con 'Ndrangheta e Camorra''

In Toscana è guerra tra mafie per il controllo del tessile. Tescaroli: ''Pericoloso''

 

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos