Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Il fratello del magistrato ucciso dalla mafia: “La riforma della giustizia dovrebbe andare in senso contrario a quello che oggi viene portato avanti

Quello che manca è soprattutto la volontà di arrivare alla Verità e la speranza che si possa arrivare alla Verità - con questo sistema di potere che oggi ci governa e che sembra avere tra i suoi progetti quello di riscrivere la storia del nostro Paese, cancellandone le responsabilità dell’eversione nera, parcellizzando le stragi e banalizzando la strage di Via D'Amelio come dovuta ad un dossier mafia-appalti che mai avrebbe potuto giustificare l’urgenza con cui è stata messa in atto - si fa purtroppo sempre più lontana”. A dirlo, intervistato dal Quotidiano di Puglia è Salvatore Borsellino. Il fratello del magistrato ucciso da Cosa nostra il 19 luglio 1992 è intervenuto domenica 30 marzo in occasione dello spettacolo “La stanza di Agnese”, l'opera teatrale di Sara Bevilacqua in scena al Museo Franco Anelli delle Grotte di Castellana (Bari). 
Secondo il fondatore del movimento “Agende Rosse” in pericolo, negli ultimi anni, non c’è solo il cammino di verità e giustizia sulla strage di via d’Amelio ma anche la lotta alla mafia. “Purtroppo sembra che sia stata messa in atto una scelta teorizzata, qualche tempo fa, da un ministro di un passato governo, che con la criminalità organizzata, con la mafia, si possa convivere. Nel programma elettorale del governo attualmente in carica la parola mafia era completamente assente”, ha affermato Borsellino. “Della mafia si parla soltanto in qualche fiction televisiva nelle quali peraltro, i boss mafiosi vengono presentati come “eroi negativi” ma in ogni caso come personaggi che, attraverso le loro azioni criminose, arrivano alla ricchezza e al potere”. Il problema, ha aggiunto, “è purtroppo che lo Stato è sempre un passo indietro rispetto alla mafia. Superato il periodo delle stragi, dell’attacco al cuore dello Stato, la mafia si è, come sempre ha fatto, riorganizzata, ha cambiato aspetto, si è adeguata alle nuove tecnologie e sa farne perfettamente uso. La gestione dei beni confiscati dovrebbe essere rivista e nuovi strumenti dovrebbero essere adottati. Invece questi beni restano a volte non assegnati per anni, spesso per decenni, e a volte la custodia ne viene addirittura assegnata a sodali dei criminali a cui sono stati sequestrati, i legittimi assegnatari sono oggetto di minacce e intimidazioni e le attività connesse vengono ostacolate e fatte languire. Mi dicono addirittura, e la fonte è ‘I Siciliani’, di Riccardo Orioles, sicuramente attendibile, che non sia più funzionante il sito per accedere al registro dei beni confiscati per chiederne l’assegnazione”. Dura critica anche alla riforma della giustizia che “dovrebbe andare in senso esattamente contrario a quello che oggi viene portato avanti. Depenalizzando l’abuso d’ufficio, lo scambio di voti, la corruzione, il falso in bilancio e tutti gli alti reati dei cosiddetti ‘colletti bianchi’ si depotenzia alla lotta alla mafia, si favorisce, e uso parole di Paolo, il ‘compromesso morale, l’indifferenza, la contiguità e, quindi, la complicità’”.

Foto © Imagoeconomica

ARTICOLI CORRELATI

Salvatore Borsellino: ''Fratelli d'Italia smantella leggi volute da Falcone e da mio fratello''

Salvatore Borsellino: ''La lotta alla mafia del governo Meloni? Soltanto a parole’’

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos