Caravelli sentito per ore dai magistrati sulla decisione del governo di rimpatriare il torturatore e sulla sua visita a Tripoli il giorno dell’esposto di Li Gotti
Ieri il capo dei servizi segreti italiani, Giovanni Caravelli, è stato ascoltato dal Tribunale dei ministri per la vicenda della liberazione e del rimpatrio a bordo di volo di Stato del generale libico Osama Almasri, ricercato dalla Corte Penale Internazionale per crimini contro l’umanità. Un faccia a faccia durato oltre due ore, quello tra il numero uno dell’Aise e i magistrati che si occupano della vicenda relativa alla mancata consegna all’Aia del generale accusato di crimini contro l’umanità, Njeem Osama Elmasry. Per quei fatti, la premier Giorgia Meloni, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, quello della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano sono indagati per favoreggiamento e peculato. A Caravelli, in particolare, è stato chiesto conto del Falcon, in dotazione ai servizi, partito da Torino e arrivato a Tripoli con a bordo il generale ricercato dall’Aia, nonché della sua visita in Libia, avvenuta il 28 gennaio scorso, proprio mentre Giorgia Meloni comunicava di aver ricevuto un avviso di garanzia. Il direttore dell’Aise non è l’unica persona a essere stata sentita ieri, nell’aula della cittadella giudiziaria di Roma che solitamente ospita il tribunale di Sorveglianza. I magistrati hanno infatti convocato anche alcuni funzionari ministeriali.
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