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Oggi, 1° aprile, entra in vigore l'obbligo per magistrati e avvocati di utilizzare App, il software del ministero della Giustizia per il deposito degli atti e l'iscrizione delle notizie di reato. Tuttavia, il debutto parziale di gennaio si era rivelato un fallimento a causa di gravi problemi tecnici. Nonostante le richieste del Consiglio superiore della magistratura (Csm) di rinviare l'obbligo, il ministro Carlo Nordio ha confermato l'attuazione, assicurando miglioramenti che non si sono concretizzati. Numerosi tribunali e procure hanno deciso di sospendere l'uso obbligatorio di App fino a giugno. "Sappiamo che la giustizia telematica è il futuro, la tragedia è che nel presente funziona male", afferma Giovanni Zaccaro, segretario di Area. La relazione del Csm del 29 marzo denuncia che il software è inefficace nell'iscrizione delle notizie di reato, limitando la flessibilità dei pm e rallentando sensibilmente le procedure. Un calcolo della Procura di Napoli evidenzia che il sistema permetterebbe di iscrivere meno della metà dei procedimenti registrati nel 2024, con un impatto significativo sull'operatività degli uffici. Anche l'uso in udienza presenta difficoltà, soprattutto per la carenza di strumenti adeguati come computer e tablet nelle aule giudiziarie. A Napoli, il procuratore generale Aldo Policastrocritica l'"adozione traumatica" di un sistema incompleto, aggiornato solo pochi giorni prima dell'obbligo, e segnala tempi di iscrizione incompatibili con il regolare andamento delle attività di Procura. A Milano, il presidente del Tribunale Fabio Roia sottolinea "numerosi bug e lentezze incompatibili con la digitalizzazione degli atti", avvertendo che il passaggio esclusivo al telematico rischia di rallentare l'intero sistema giudiziario e compromettere gli obiettivi del Pnrr.

Fonte: ilfattoquotidiano.it

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