Carlo Nordio, l’ex pm e ora ‘falco anti-pm’, vuole introdurre sanzioni disciplinari per i magistrati e i giudici che esprimono le proprie opinioni, sopratutto se riguardano le riforme delle giustizia.
Lo riporta il ‘Fatto Quotidiano’ che specifica: non si tratta di una mera ipotesi ma di un progetto già in cantiere rivelato proprio dallo stesso Nordio in una riposta scritta (non ancora pubblica) ad un interrogazione parlamentare del capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri dell’11 novembre scorso.
Il ministro ha spiegato che il Governo ha intenzione di reintrodurre una norma che risale al governo Berlusconi IV (ministro della Giustizia Roberto Castelli, anno 2006) che prevede sanzioni disciplinari per quei giudici che tengono “comportamenti, ancorché legittimi, che compromettano la credibilità personale, il prestigio e il decoro del magistrato o il prestigio dell’istituzione giudiziaria”.
Cioè censurare quei magistrati che “ritengono di dover assumere pubblicamente posizioni politiche o di partecipare a iniziative su temi politicamente sensibili con un atteggiamento di forte contrapposizione all’azione di governo”.
Della serie: chi ci critica deve essere punito; l’ennesima posizione di questo esecutivo che va in palese contrasto con la Costituzione (articolo 21).
Per il Guardasigilli le opinioni pubbliche delle toghe devono essere caratterizzate da “sobrietà, irreprensibilità e riservatezza dei comportamenti individuali, così da evitare il rischio di apparire condizionabili o di parte” e che “le legittime opinioni del magistrato, anche su temi politicamente sensibili, non devono essere espresse in modo tale da fare dubitare della sua indipendenza e imparzialità nell’adempimento dei compiti a lui assegnati”.
Sarebbe da domandare al ministro: in che modo un magistrato che lamenta di non essere riuscito a far arrestare un pedofilo o un trafficante di organi per via di una riforma del governo fa dubitare delle propria indipendenza e imparzialità? In che modo una domanda del genere lo farebbe apparire come “condizionabile”?
La risposta di Nordio sembra, a questo punto, una specie di avallo di quanto espresso da Gasparri: quest’ultimo ha definito l’associazione nazionale magistrati “un vero e proprio partito politico” e che le dichiarazioni di questi ultimi, nonché le loro sentenze, sono “una palese ingerenza” nella “condizione della politica”.
Foto © Imagoeconomica
Fonte: Ilfattoquotidiano.it
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