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Condanna all'ergastolo per Marco Bianchi e, in virtù delle attenuanti generiche, 28 anni di pena al fratello Gabriele. È questa la sentenza dei giudici della corte d'assise di appello di Roma nel processo bis in relazione all'omicidio di Willy Monteiro Duarte, avvenuto in seguito ad un brutale pestaggio nella notte tra il 5 e il 6 settembre del 2020 nell'hinterland della Capitale. Alle 3.30 di notte in largo Santa Caterina a Colleferro, in provincia di Roma, Willy Monteiro Duarte, 21enne aiuto cuoco italo-capoverdiano di Paliano, in provincia di Frosinone, viene preso a calci e pugni per aver tentato di difendere Federico, un amico che tentava di comporre una rissa nata dai commenti rivolti ad alcune ragazze. Nonostante i soccorsi, muore poco dopo l'arrivo al pronto soccorso. In tempi record i carabinieri identificano i quattro picchiatori, fermati a meno di mezz'ora dall'aggressione, tutti residenti nel vicino paese di Artena. A finire in carcere sono i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, tutti accusati di omicidio volontario con l'aggravante della crudeltà e dei futili motivi. Sono tanti i ragazzi e le ragazze che affollano la zona di largo Santa Caterina nella notte tra sabato e domenica, ai piedi delle scalinate che portano ai locali notturni della cittadina laziale. Willy non conosce le ragazze bersaglio degli apprezzamenti e nemmeno i ragazzi che lo massacreranno di botte, conosce solo Federico e vuole solo aiutarlo. Almeno tre testimoni, come scriverà il gip di Velletri nell'ordinanza di custodia cautelare, sono concordi nel dire che i due fratelli Bianchi, arrivati a bordo di un Suv nero, una volta scesi dalla vettura "quando ormai la lite era finita, iniziavano a picchiare selvaggiamente qualsiasi persona che era presente li' sul posto". I due fratelli, esperti dell'arte marziale Mma, si accaniscono su Willy.
"Gli elementi conducono naturalmente a ritenere che i quattro indagati, non solo avessero consapevolmente accettato il rischio di uccidere Willy, ma colpendolo ripetutamente, con una violenza del tutto sproporzionata alla volontà di arrecargli delle semplici lesioni, avessero previsto e voluto alternativamente la morte o il grave ferimento della vittima". Il processo in primo grado comincia un anno dopo e il 4 luglio 2022 la Corte d'Assise di Frosinone condanna all'ergastolo i fratelli Bianchi, e a 23 e 21 anni rispettivamente Belleggia e Pincarelli. La sentenza in appello, nel luglio 2023, riduce la pena per i Bianchi, a 24 anni di reclusione, lasciandola invariata per Belleggia e Pincarelli.
"Le condanne dei ragazzi non ci ridanno Willy. Spero solo che questi ragazzi apprezzino il fatto che sono vivi e i loro familiari possono vederli e sentire la loro voce. Invece a noi di Willy è rimasta solo una fotografia da guardare. E la sua voce è solo un ricordo lontano", ha detto mamma Lucia Monteiro Duarte dopo la sentenza.
La sentenza è arrivata in seguito ad un annullamento deciso dalla Cassazione del precedente giudizio limitatamente al riconoscimento delle attenuanti mentre la responsabilità penale per l'omicidio era già passata in giudicato.

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